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Via alla missione asiatica della Pelosi. E la Russia sta con la Cina su Taiwan

La portaerei nucleare Usa Reagan pattuglia il Mar Cinese Meridionale. L’incidente grave pare dietro l’angolo

Via alla missione asiatica della Pelosi. E la Russia sta con la Cina su Taiwan

La speaker della Camera Usa Nancy Pelosi è partita ieri per l'Asia. Ma non c'è ancora alcuna conferma su una sua possibile visita a Taiwan. «Sulle tappe del suo viaggio parlerà l'ufficio della speaker della Camera, è lei che prende le sue decisioni, non ha bisogno dell'approvazione della Casa Bianca», ha precisato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby. Il governo cinese ha pure avvertito da diversi giorni che ci saranno «conseguenze» se la Pelosi, si recherà in visita a Taiwan. Pechino considera l'isola come parte del suo territorio e si dice pronta a riprenderla, usando la forza se necessario. Le tensioni tra Washington e Pechino continuano a salire. La portaerei statunitense a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan è entrata nelle acque del Mar Cinese Meridionale. Secondo indiscrezioni il Pentagono potrebbe mobilitare proprio l'unità militare e il suo gruppo da battaglia per proteggere la visita nell'isola della Pelosi. Lo stato di massima allerta è legato anche alla convinzione, nell'amministrazione Biden, che la Cina sarebbe pronta a un intervento militare a Taiwan entro un anno e mezzo.


Anche un dirigente di alto livello dell'amministrazione Usa, l'assistente segretario alla Difesa per gli Affari di sicurezza dell'Indo-Pacifico Ely Ratner, ha dichiarato martedì, che un «grave incidente» nell'area rischia di essere solo «questione di tempo». In effetti, gli Stati Uniti appaiono sempre più preoccupati dalla prospettiva che la situazione possa precipitare. Secondo il China Daily però Pelosi sta pure «giocando la carta di Taiwan perché il partito democratico sembra essere in svantaggio alle elezioni di metà mandato previste per novembre, e il partito repubblicano ha più volte accusato l'amministrazione democratica di essere morbida con la Cina». Nella lunga telefonata di giovedì tra Xi Jinping a Joe Biden, Xi ha avvertito a Biden che chi scherza col fuoco finisce per morire bruciato. E il Cremlino si è detto «solidale» con la posizione della Cina su Taiwan.
L'ipotesi di un'invasione di Taiwan da parte della Cina porterebbe però al serio rischio di un conflitto militare di dimensioni regionali se non mondiali. Lo scorso maggio il capo della Casa Bianca ha chiarito, ancora una volta, che Washington interverrebbe in caso di attacco militare cinese, a differenza di quanto avvenuto in Ucraina. Negli ultimi mesi, inoltre, gli Usa hanno potenziato la loro rete di alleanze nell'area: attraverso il patto Aukus con Regno Unito e Australia, e attraverso il gruppo Quad con Giappone, India e Australia. La Cina guarda con molta attenzione anche agli sviluppi in Ucraina per cercare di apprendere lezioni utili alla sua causa.

E Pechino, scrive il New York Times, sa che anche l'amministrazione Biden sta apprendendo un insegnamento dall'invasione russa dell'Ucraina: quella della necessità d'intensificare l'invio di armi verso Taiwan prima di un eventuale conflitto per scoraggiare l'intervento militare cinese.

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