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Misty Copeland contro il teatro russo: "Uso blackface è razzista"

Misty Copeland, prima ballerina dell'American Ballet Theatre di New York, ha pubblicato una foto su Instagram di due ballerine russe del Teatro Bolshoi di Mosca con il viso dipinto di nero, tacciando il teatro russo di razzismo

Misty Copeland contro il teatro russo: "Uso blackface è razzista"

La polemica l'ha sollevata la 37enne Misty Copeland, prima ballerina dell'American Ballet Theatre di New York nonché prima afroamericana a diventare étoile di una compagnia così prestigiosa, quando, all'inizio di dicembre, ha pubblicato ha pubblicato su instagram una foto di due giovani ballerine russe del Teatro Bolshoi di Mosca, pronte a esibirsi nel classico balletto "La Bayadère", un tragica storia d'amore ambientata in India. A Copeland non è andato proprio giù il fatto che le due ballerine del Bolshoi avessero il viso dipinto nero (blackface) e ha così deciso di condividere la sua indignazione con gli americani attraverso i social: "È doloroso che importanti compagnie non assumano ballerini di colore, optando per il trucco blackface".

Copeland ha quindi aperto a uno scontro culturale, credendo probabilmente che la sua visione politicamente corretta avrebbe sfondato nella più tradizionalista Russia. Non è andata affatto così e molti utenti, come riporta la Cnn, hanno criticato la decisione della ballerina afroamericana di pubblicare la foto delle due giovanissime colleghe russe, mettendole alla "gogna mediatica" dell'odio in rete. Un vero e proprio cortocircuito politically correct. "Non solo è una bambina, è una bambina russa. Le persone possono essere brutali online e un bambino non dovrebbe essere soggetto a un assalto di commenti ostili. Certo, quel trucco sembra ridicolo, ma qual è la percentuale degli africani che vivono in Russia e di quel numero, quale percentuale sarebbero i ballerini?" ha notato un utente in risposta al post di Misty Copeland, la quale ha poi replicato "che non possiamo più continuare a trovare scuse" che giustifichino quello che, a suo parere, è razzismo. "Sono stanca di dare agli oppressori il beneficio del dubbio", ha poi insitito Copeland. "Hanno bisogno di essere scoperti, chiamati, educati e altro. Ho vissuto nel mondo del ballo per 25 anni. Mi sono zittita e li ho fatti sentire a mio agio, soffrendo in silenzio. A 37 anni mi sento pronta e libera di fermarli".

Vladimir Urin, il direttore del teatro, ha dichiarato alla Ria Novosti che il teatro "non sarà coinvolto in tale discussione" e ha ribadito che il balletto era stato eseguito allo stesso modo per molti anni e che non sarebbe cambiato. Urin è stato difeso sui social da molti esperti di teatro russi, i quali hanno sottolineato che il trucco nero, o blackface, è necessario per un fatto molto banale e semplice: in Russia, a differenza degli Stati Uniti, i ballerini di colore scarseggiano. "Chiamarci razzisti è ridicolo" ha sottolineato Urin, che ha respinto al mittente le accuse. Molti altri utenti hanno difeso la produzione russa, sottolineando che l'uso del blackface è necessario per la performance e che Misty Copeland stava parlando a sproposito di un Paese straniero, con un'altra cultura e sensibilità.

Il vero paradosso di questa vicenda è che la ballerina afroamericana, tentando di denunciare il razzismo del teatro moscovita, ha esposto con quella foto pubblicata sui social le due ballerine russe all'odio viscerale degli intolleranti del politicamente corretto.

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