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Il mondo armerà la Libia

No alle truppe occidentali e fine dell'embargo. L'Occidente fornirà al governo libico le armi necessarie per contrastare lo Stato islamico

Il mondo armerà la Libia

Le potenze mondiali si impegneranno a porre fine all’embargo ed armeranno la Libia “affinché possa difendersi dalla crescente minaccia rappresentata dai militanti dello Stato islamico”. Il vertice di Vienna, co-presieduto dal Segretario di Stato Usa John Kerry e dal Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, ha affrontato la questione libica sotto diversi punti di vista: da quello militare al flusso di migranti in fuga dal paese devastato dalla guerra civile. Approfittando del caos, lo Stato islamico si è ritagliato un bastione, trasformando Sirte in un campo di addestramento per i militanti. Nel tentativo di stabilizzare il paese, il regime nascente del primo ministro Fayez al-Sarraj ha redatto un elenco di richieste avanzate ai partner occidentali per assistere le sue forze con armi ed addestramento. Le richieste sono state presentate in occasione della conferenza di Vienna. Tra i partecipanti l'inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia Martin Kobler e la responsabile della politica estera dell'Unione Europea Federica Mogherini. Il leader libico, presente ai colloqui di Vienna, ha rilevato più volte che il suo paese non necessita di un intervento straniero, ma solo di assistenza. Ed armi avanzate. Non stiamo chiedendo truppe – ha rilevato Sarraj annunciando i propri piani per liberare Sirte – ma siamo qui per richiedere assistenza, formazione e la fine dell’embargo. I membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono propensi alla fine dell’embargo ed a fornire al governo libico le armi necessarie per contrastare lo Stato islamico. Il documento ufficiale è stato firmato a Vienna da tutti i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito e Cina) e dai rappresentanti dei paesi che partecipano ai colloqui. Il premier libico Fayez al-Sarraj ha affermato che a breve il suo governo presenterà la sua “wish list” . I membri del Consiglio, è stato rilevato, considerano il governo di Unità Nazionale come l'unico potere legittimo nel paese ed invitano tutte le istituzioni economiche internazionali a coordinare gli sforzi con le istituzioni libiche. I partecipanti alla conferenza si sono detti pronti a riaprire le proprie sedi diplomatiche a Tripoli, una volta che il governo libico avrà garantito la sicurezza.

I firmatari, che hanno esortato la Libia a rispettare la risoluzione 2259, sottolineano infine la necessità della costituzione di un governo democratico garante dei diritti umani.

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