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Morto l'ex presidente dell'Argentina Carlos Menem

All'età di 90 anni è morto Carlos Memen, senatore peronista ed ex presidente dell'Argentina dal 1989 al 1999

Morto l'ex presidente dell'Argentina Carlos Menem

Si è spento a novanta anni l'ex presidente dell'Argentina Carlos Menem. È morto in una clinica di Buenos Aires, dove a dicembre era stato ricoverato per un'infezione. Nei mesi precedenti aveva subito era stato ricoverato più volte per una polmonite. Tre giorni di lutto nazionale sono stati proclamati nel paese sudamericano dal presidente Alberto Fernandez: "Con profonda tristezza ho appreso della morte di Carlos Saul Menem - ha detto il capo dello Stato -. Sempre eletto in democrazia, è stato governatore di La Rioja, presidente della nazione e senatore nazionale. Nella dittatura è stato perseguitato e imprigionato. Tutto il mio affetto va a Zulema, Zulemita e tutti coloro che lo piangono oggi".

Nato nel 1930 ad Anillaco nella provincia de La Rioja, una delle più povere del Paese, da genitori di origini siriane, si convertì al cristianesimo in gioventù. Nel 1956 si iscrisse al movimento peronista, si laureò in giurisprudenza e diventò avvocato. Nel 1973 fu eletto governatore di La Rioja. Si impegnò assistendo i parenti dei desaparecidos della dittatura militare (1976-83). Proprio per questo motivo per cinque anni fu imprigionato. Caduta la giunta militare nel 1983 fu riconfermato governatore della provincia.

Fu eletto alla Casa Rosada per due volte, nel 1989 e nel 1995. Conquistata la vittoria con un programma sostanzialmente populista, una volta al potere si spostò su posizioni ultra liberiste dando vita a un programma di privatizzazioni molto spinto, forti tagli alla spesa pubblica e, soprattutto, l'ancoraggio della moneta locale (il peso) al dollaro statunitense con parità 1 a 1. Si presentò per un terzo mandato (anche se la Costituzione poneva un limite a due) e risultò il più votato al primo turno, ma preferì fare un passo indietro lasciando la candidatura al ballottaggio al collega di partito Nestor Kirchner, che poi verrà eletto.

Menem dovette affrontare alcuni problemi con la giustizia. Dapprima nel 1995, quando fu indagato per una presunta vendita illegale di armi all'estero: vicenda archiviata, poi riaperta nel 2003 dopo la sconfitta elettorale. Raggiunto da due mandati di cattura internazionali in Cile, tornò nel suo paese dopo aver ottenuto garanzie di non essere arrestato. Nel 2013 venne condannato a sette anni di carcere per aver favorito il contrabbando di armi verso Cile e Croazia durante la sua presidenza. Nel 2018 la Camera federale di appello penale emise una sentenza di assoluzione, nei suoi confronti, per mancato rispetto del principio del "tempo ragionevole".

Nel frattempo Menem era stato eletto e riconfermato senatore per la provincia di La Rioja per il Fronte Giustizialista Riojano. Durante la sua presidenza, nel 1998, ci fu la riconciliazione con la Gran Bretagna (che pose fine al dissidio per la guerra delle Falkland/Malvinas, sancita ufficialmente dalla visita del principe Carlo. Concesse inoltre la grazia ai generali del regime.

Il suo secondo mandato fu segnato da una profonda recessione, dall'aumento del debito estero e da vari scandali di corruzione, che indebolirono fortemente sia Menem che il Partito giustizialista.

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