Politica estera

Morto Uri Savir, l'"architetto degli Accordi di Oslo"

Uri Savir è morto all'età di 69 anni. Nel corso della sua carriera ha fondato il Glocal Forum ed è stato direttore del Peres Center for Peace

Morto Uri Savir, l'"architetto degli Accordi di Oslo"

Si è spento all'età di 69 anni Uri Savir, ex direttore generale del Ministero degli Esteri israeliano considerato l'”architetto degli Accordi di Oslo”. Ricordiamo, infatti, che fu grazie al suo coinvolgimento che i suddetti negoziati portarono alla storica intesa con i palestinesi nel 1993.

Chi era Uri Savir

Savir è nato a Gerusalemme nel 1953. Qui si è formato e ha studiato Relazioni Internazionali presso l'Università Ebraica di Gerusalemme, dove ha conseguito un Bachelor of Arts. Ha quindi lavorato prima come amministratore, poi come direttore generale del Ministero degli Affari Esteri di Israele. È stato console generale di Israele a New York dal 1988 al 1992 e ha ricoperto diversi altri incarichi presso lo stesso dicastero. Tra il 1993 e il 1996 è stato il capo negoziatore dei famosi e citati Accordi di Oslo.

È stato anche membro della delegazione israeliana nei colloqui con la Giordania, che hanno portato all'accordo di pace del 1994, nonché capo della squadra negoziale nei colloqui con la Siria dal 1995 al 1996. Savir ha descritto nel dettaglio le sue esperienze durante i negoziati di Oslo nel suo libro del 1998, "The Process: 1.100 Days That Changed the Middle East".

Alle elezioni del 1999 è stato eletto alla Knesset, ovvero nel parlamento israeliano, tra le fila del Centre Party. Nel marzo del 2001 ha lasciato il partito e il parlamento e fu sostituito da David Magen. Durante la sua permanenza alla Knesset ha servito in vari comitati, tra cui quello per gli Affari Esteri e per la Difesa. Tra gli altri traguardi raggiunti, Savir ha fondato il Glocal Forum – un'organizzazione no-profit impegnata nelle relazioni internazionali – ed è stato direttore del Peres Center for Peace.

L'architetto degli Accordi di Oslo

In un'intervista del 2013, Savir ha difeso gli Accordi di Oslo, sottolineando la responsabilità del governo Netanyahu che avrebbe dovuto attuarli: "È stata una svolta, un'opportunità, ma è stata sprecata, dal momento che Israele è arrivato alla loro attuazione con un primo ministro e un partito contrari al processo. Un governo non può attuare una politica a cui si oppone", ha affermato in quell'occasione, sottolineando però che l'intesa "costrinse la destra israeliana a riconoscere la necessità di due Stati per due popoli".

Allo stesso tempo, Savir criticò "l'irrilevanza sociale" degli Accordi di Oslo di cui, era convinto, hanno beneficiato principalmente "le élite": "C'è stato un boom tecnologico; il nord di Tel Aviv fiorì e le aree periferiche di Israele ebbero un declino. A Gaza, i leader palestinesi di ritorno dalla Tunisia sono tornati nei loro lussuosi appartamenti, ma i campi profughi sono rimasti impantanati nella spazzatura".

Nel 2011 ha fondato YaLa, un movimento che riunisce e crea un dialogo tra giovani leader provenienti da tutto il Medio Oriente e dal Nord Africa, aiutandoli a sviluppare capacità di advocacy e attivisti. "È molto più importante per arabi e israeliani studiare insieme che per me stare 500 ore con Yasser Arafat. Questo è ciò in cui credo oggi.

Non l'ho capito 20 anni fa", ha detto Savir in un'intervista rilasciata all'Associated Press nel 2015.

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