La guerra di logoramento e di attrito in corso nel Donbass inizia a pesare, tanto in termini di vite umane quanto per ciò che riguarda l'equipaggiamento militare. Il vice capo dell'intelligence militare ucraina ha dichiarato al Guardian che l'Ucraina sta perdendo contro la Russia in prima linea e che ora, per tenere a bada l'avanzata del Cremlino, dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall'Occidente. "Questa è una guerra di artiglieria ora e stiamo perdendo in termini di artiglieria", ha detto Vadym Skibitsky. In altre parole, le forze di Kiev sono a secco di munizioni. "L'Ucraina ha un pezzo di artiglieria contro i 10-15 pezzi in possesso dell'artiglieria russa. I nostri partner occidentali ci hanno dato circa il 10% di quello che hanno", ha aggiunto Skibitsky, lasciando intendere che servono ulteriori rifornimenti militari. Anche perché l'esercito ucraino starebbe impiegando da 5.000 a 6.000 colpi di artiglieria al giorno. "Abbiamo quasi esaurito tutte le nostre munizioni e ora stiamo usando proiettili standard Nato calibro 155", ha aggiunto lo stesso Skibitsky.
Stallo, resistenza, controffensive
"L'operazione speciale" in Ucraina "si sta sviluppando secondo i piani militari inizialmente previsti", ha intanto spiegato il rappresentante permanente di Mosca presso l'Onu, Vasily Nebenzya. Eppure la Russia non è ancora riuscita a conquistare il Donbass, né, in particolare, la strategica città di Severodonetsk. Dove le truppe di Kiev continuano a resistere in attesa di ricevere nuove armi dal blocco occidentale. Le parole dichiarate da Nebenzya alla Bbc, e riportate dall'agenzia Tass, sono emblematiche di quanto sta accadendo nel quadrante orientale dell'Ucraina, con una guerra di logoramento in atto ormai da giorni. L'alto diplomatico russo ha però voluto ribadire il fatto che Mosca non ha mai "promesso di concludere la missione in tre o sette giorni".
E cosa rispondere agli analisti che fanno notare come l'avanzata russa sia adesso in stallo e non stia procedendo al ritmo che era stato inizialmente previsto dal Cremlino? "Il progresso è in corso. Questo è chiaro", ha aggiunto Nebenzya dichiarando che "uno dei motivi del cosiddetto ritmo lento è che non stiamo prendendo di mira le infrastrutture civili". Insomma, le truppe russe "stanno solo colpendo obiettivi militari e questo richiede tempo".
Sarà anche vero, ma dall'altra parte, intanto, la resistenza di Kiev non intende mollare un metro di territorio al nemico. Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che le forze ucraine stanno "tenendo duro" a Severodonetsk, dove sono in corso intense battaglie contro le truppe russe che potrebbero determinare il destino della regione del Donbass. Secondo il presidente ucraino, "diverse città del Donbass, che gli occupanti ora considerano obiettivi chiave, stanno resistendo". Zelensky ha inoltre parlato di progressi positivi nelle regioni di Zaporizhzhia e Kharkiv dove l'esercito ucraino sarebbe in procinto di "liberare la nostra terra".
La situazione militare
Al di là delle dichiarazioni, intrise più o meno di propaganda, dal punto di vista militare nel quadrante orientale dell'Ucraina le forze russe hanno continuato a combattere per liberare la zona industriale dell'Azot, a Severodonetsk, sotto la copertura del fuoco dell'artiglieria pesante. Il think tank americano Institute for the Study of War (ISW) ha scritto che Mosca ha ottenuto guadagni marginali a nord di Slovyansk, ma è probabile che qui incontri difficoltà nell'assalto alla città stessa a causa delle sfide tattiche poste dall'attraversamento del fiume Siverskyi Donets. Le forze del Cremlino hanno inoltre fatto progressi incrementali a est di Bakhmut e continueranno gli sforzi per tagliare le linee di comunicazione ucraine a nord-est di questa città incastonata nel cuore del Donbass.
Allo stesso tempo, i russi devono guardarsi dalle controffensive di Kiev, concentrate nel quadrante meridionale e, in parte, a est del Paese. Gli uomini di Vladimir Putin stanno rafforzando le linee difensive lungo l'asse meridionale e stanno intensificando gli attacchi di terra nell'oblast di Zaporizhia nord-orientale, con il supporto delle rotazioni di truppe e equipaggiamento. Nell'oblast di Kherson, invece, pare che Mosca stia minando il territorio con mine risalenti agli anni '50 per difendersi dai recenti contrattacchi ucraini a nord-ovest.
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