Guerra in Ucraina

Scatta l'allarme per lo Zar: cosa può succedere in 10 giorni

Le forze del Cremlino si sono ritrovate in affanno e in perenne stallo mentre Kiev è chiusa in un angolo. Così la guerra si deciderà nei prossimi 10 giorni

Scatta l'allarme per lo Zar: cosa può succedere in 10 giorni

La guerra in Ucraina si è trasformata in una corsa contro il tempo, tanto per l'assalto russo quanto per la difesa ucraina. Le forze del Cremlino, che probabilmente speravano di chiudere la contesa nel giro di pochi giorni, si sono ritrovate in affanno e in perenne stallo. Kiev, nonostante il supporto ricevuto dagli alleati occidentali, è invece stretta in un angolo. Contiene l'avanzata (a rilento) di Mosca, ma è ormai palesemente in ginocchio.

Russi in stallo

I prossimi dieci giorni di guerra saranno dunque decisivi per entrambi gli schieramenti. Lo sostiene l'ex generale americano Ben Hodges in una lunga analisi pubblicata dal Center for European Policy Analysis. Secondo la sua lettura, l'esercito russo sarebbe ritrovato a corto di uomini e munizioni. Non bastassero già i problemi logistici, ecco l'inaspettata (o sottovalutata) resistenza ucraina a complicare il tutto. Come ha ricostruito Il Giornale, la Russia deve infatti fare i conti con una strage non prevista di generali, ritardi vari e disfattismo, tanto da esser costretta a richiamare le sue truppe dai distretti del Pacifico.

L'improvviso passaggio ad una guerra di logoramento sta portando i tassi di consumo delle munizioni russe ad un livello non preventivato né pianificato. In altre parole: insostenibile. La Russia, inoltre, a detta di Hodges non avrebbe uomini e potenza di fuoco necessari per circondare - né tanto meno conquistare - Kiev. La sensazione è che gli ucraini potrebbero essere in grado di prevenire l'accerchiamento, soprattutto se continueranno a ricevere dall'Occidente un adeguato flusso di armi e munizioni. Ma il tempo stringe per tutti.

Eppure, dal Cremlino, Vladimir Putin continua a dirsi soddisfatto dell'operazione militare in corso. I russi potrebbero in effetti aver cambiato strategia, abbandonando i sogni svaniti della guerra lampo in funzione di una più logorante manovra di accerchiamento. Guai, come ha sottolineato Il Corriere della Sera, a sottovalutare l'esercito russo confondendo la situazione tattica con il quadro generale. Certo è che lo stallo, unito alla presunta richiesta di aiuto russa alla Cina e all'arruolamento di miliziani siriani, lascia presupporre che l'attuale contingente schierato da Mosca non sia sufficiente a completare la missione.

Rifornimenti e resistenza

Dal punto di vista strategico, la Russia non è ancora stata in grado di interrompere i rifornimenti degli ucraini. Da Unione europea e Stati Uniti, infatti, Kiev continua a ricevere armi di ogni tipo, compresi missili anti aerei. Pare, inoltre, che il morale delle truppe russe sia stato abbattuto dalle perdite incassate, che includono tra l'altro anche quattro generali.

Il famigerato convoglio che sta assediando la capitale ucraina dista circa 25 chilometri dal centro. "Le forze russe hanno fatto progressi minimi su terra, mare o aria negli ultimi giorni e continuano a subire pesanti perdite. La resistenza ucraina rimane forte e ben coordinata. La stragrande maggioranza del territorio ucraino, comprese tutte le principali città, rimane in mani ucraine", ha scritto su Twitter il Ministero della Difesa britannico.

Certo, nel sud dell'Ucraina lo scenario è ben diverso. Mariupol è isolata e bombardata a tappeto, mentre le navi del Cremlino si stanno avvicinando alla costa. Il rischio più grande, per Kiev, è che le truppe russe riescano a circondare il settore meridionale così da impedir loro di fornire eventuale supporto alla capitale.

Che sembra rassegnata a far presto i conti con "l'assalto finale".

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