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Nasce il governo anti-Netanyahu: dentro pure gli arabi

Yair Lapid avrebbe trovato l'intesa per il nuovo esecutivo: 8 partiti. Per la prima volta pure gli arabo-israeliani

Nasce il governo anti-Netanyahu: dentro pure gli arabi

Una ammucchiata per fermare Netanyahu. In Israele, dopo 12 anni di regno di Bibi, arriva l'ora di Yair Lapid che ha annunciato al presidente della Repubblica di aver formato il nuovo governo. "Ho appena informato il presidente Reuven Rivlin di essere riuscito a formare il nuvo governo", ha scritto su Twitter il leader del partito centrista Yesh Atid. "Questo governo lavorerà per tutti i cittadini di Israele, quelli che lo hanno votato e quelli che non lo hanno fatto. Farò di tutto per unificare la società israeliana", ha aggiunto. Il neo-esecutivo sarà l'ultimo varato da Rivlin. Nelle ultime ore è infatti stato eletto, anche con i voit del Likud, Isaac Herzog, figlio "nobile" della politica israeliana. Rivlin ha preso atto della formazione del nuovo governo e ha mandato un messaggio chiaro a Lapid: "Congratulazioni a Yair Lapid ed ai leader dei partiti che hanno formato la coalizione di governo. Ora ci aspettiamo che la Knesset si riunisca il prima possibile per ratificare il governo come richiesto dalla legge".

La coalizione di governo messa insieme da Yair Lapid comprende otto partiti: i centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco, con i laburisti e la sinistra radicale di Meretz, insieme ai partiti nazionalisti di destra Yisrael Beiteinu, New Hope e Yamina. Per la prima volta, un partito arabo-israeliano - i conservatori islamisti di Ràam - partecipa ufficialmente alla formazione di un esecutivo dello Stato ebraico. Yair Lapid ha assicurato al presidente Reuven Rivlin che il nuovo governo da lui messo insieme "lavorerà al servizio di tutti i cittadini israeliani" e "farà di tutto per unire tutte le parti della società israeliana". L'esecutivo si reggerà sul patto Lapid-Bennet. Il primo, laico, è pronto a dividere i Territori da Israele. Bennett, religioso, vuole annettere allo stato ebraico alcuni territori della Cisgiordania.

Di fatto si chiude così con una maxi coalizione anti-Netanyahu, l'avventura lunghissima di Bibi sulla poltrona di primo ministro che dura ininterrottamente dal 2009. Di certo la virata al centro e a sinistra da parte del governo avrà conseguenze sull'intera regione mediorientale infuocata dai continui attacchi di Gaza su Israele e sui fragili equilibri sul terreno di scontro di Gerusalemme. Da sottolineare, come già detto, anche l'ingresso nella maggioranza che sostiene l'esecutivo del partito arabo israeliano di Ràam. Si tratta della prima volta nella storia di Israele. Adesso bisogna capire quale possa essere la prossima mossa di Netanyahu.

Ma di certo il quadro politico in Israele resta piuttosto fragile e la coalizione anti-Bibi potrebbe sfaldarsi in poco tempo facendo tornare il Paese ancora una volta alle urne.

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