Il "nemico" di Trump Paul Krugman: "Vorrei pagare più tasse"

Durissimo lo scambio via twitter fra l'economista "liberal" e il Presidente Donald Trump, che aveva chiesto al New York Times di licenziarlo: "Di solito non rispondo ai troll"

Il "nemico" di Trump Paul Krugman: "Vorrei pagare più tasse"

Paul Krugman è uno dei più importanti economisti "liberal" a livello mondiale. Professore di Economia e di Relazioni Internazionali all'Università di Princeton, editorialista del New York Times e Premio Nobel per l'Economia nel 2008, ha da poco pubblicato un libro, Discutere con gli zombie, che in Italia sarà disponibile dai primi di marzo per Garzanti: una raccolta di articoli ed editoriali degli ultimi quindici anni su crisi economica, globalizzazione e sulla politica americana, Donald Trump incluso. Intervistato da Repubblica, Krugman sostiene, un po' controcorrente, di continuare a credere che "la globalizzazione, nel complesso, abbia funzionato bene. Globalmente ha fatto più bene che male. Ha permesso l'ascesa delle economie povere a un livello di vita dignitoso. In seguito, ha comportato anche un fattore di disuguaglianza in alcune comunità negli Usa".

Krugman: "Voglio pagare più tasse"

La sinistra del partito democratico rappresentata dai senatori Bernie Sanders ed Elizabeth Warren? Secondo il celebre economista, propone ricette molto popolari e applicabili. "Sono un po' preoccupato per il fatto che i democratici vengano dipinti come radicali. Molte delle cose che sostengono, anche quelle più di sinistra, come l'aumento delle tasse ai ricchi, l'espansione del welfare o l'assistenza sanitaria pubblica - senza eliminare le assicurazioni private - sono molto popolari tra la gente". E le tasse? Krugman dice di essere disposto a pagarne di più più pur di avere una società più "sana". "Elizabeth Warren - osserva - vuole andare a caccia di quelli che hanno più di 50 milioni di dollari, che sono chiaramente ricchi. Obama aumentò le tasse. La sua riforma sanitaria è stata pagata in gran parte con l'aumento per chi guadagnava più di 250 mila dollari all' anno. Questa tassa della Warren sulle grandi fortune non mi riguarderebbe, ma qualsiasi democratico che faccia le cose che vorrei vedere nella politica economica alla fine avrebbe bisogno di farmi pagare più tasse. E questo va bene. Non sono un santo - ammette -ma sono disposto a pagare più tasse per avere una società più sana". Guai però a chiamarli "socialisti": al limite, spiega Krugman, Sanders e Warren possono essere chiamati "socialdemocratici".

Lo scontro con Donald Trump

L'economista è un noto avversario del Presidente Donald Trump. Quando fu eletto, sostenne - a torto - che le ricette economiche della sua presidenza avrebbero portato l'America alla rovina. Una lunga faida, quella fra il tycoon e l'economista sfociata in questi giorni in un durissimo battibecco via Twitter: "Ha causato enormi danni economici ai portafogli dei suoi seguaci. Lui e altri dovrebbero essere licenziati dal New York Times" ha osservato Trump, commentando un video nel quale Thomas Sowell sbeffeggiava le previsioni (errate) di Krugman sull'andamento dell'economia americana.

"Di solito ignoro i troll di Twitter ma è abbastanza sorprendente quanto spazio io occupi nella testa di Trump" ha replicato l'economista. "Non dovrebbe essere concentrato sulla minaccia rappresentata da Adam Schiff?", ha ricordato facendo riferimento all'indagine sull'impeachment in corso al Senato.

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