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New York, i grandi marchi barricano i negozi

Nella Grande Mela crescono i timori per le ripercussioni sociali dell'emergenza Covid-19 e per possibili disordini: così i grandi marchi decidono di barricare i loro negozi

New York, i grandi marchi barricano i negozi

New York è di gran lunga la metropoli più colpita dal Covid-19, la Whuan d'America. Come riportato da Il Giornale qualche giorno fa, a mostrare l'effetto devastante del coronavirus sulla Grande Mella, sono le foto shock scattate dai droni e diffuse dai media con decine di bare sepolte una accanto all'altra in una fossa comune ad Hart Island, nel Bronx. L'isola in realtà viene già utilizzata da oltre 150 anni per seppellire chi non può permettersi funerali o non ha parenti che ne reclamano il corpo. Normalmente, però, a Hart Island le operazioni di sepoltura vengono effettuate un giorno soltanto a settimana con circa 25 corpi: ora i ritmi sono incessanti.

Secondo gli ultimi dati, riportati dall'agenzia Agi, altre 778 persone sono morte nelle ultime 24 ore nello Stato di New York, con un dato che continua a essere in crescita rispetto ai 671 registrati il giorno di Pasqua. Il totale delle vittime è salito a 10.834. I dati sono stati forniti dal governatore dello Stato, Andrew Cuomo, nel corso della conferenza stampa quotidiana sull'emergenza. "Penso che siamo arrivati al picco - ha commentato -ma intanto la curva dei ricoveri continua ad abbassarsi, anche se in modo lieve". Nella sola città di New York i casi accertati di Covid-19 sono 110.425, di cui 9.736 i guariti e i 7.905 decessi. Un'ecatombe.

A New York si temono possibili disordini sociali

Ora nella Grande Mela il timore è rappresentato da possibili disordini sociali. A marzo il mercato del lavoro negli Usa ha perso 701.000 posti, il dato peggiore dal maggio 2009, quando fu raggiunto il picco di disoccupati dopo la crisi finanziaria. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,4% dal 3,5% di febbraio, ma i dati di marzo non tengono ancora conto dei 10 milioni di americani che nelle ultime due settimane hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione. Un disastro sociale che rischia dunque di alimentare tensioni da film apocalittico. E così, come riporta Repubblica, ripreso da Dagospia, nella Manhattan chiusa per coronavirus negozi e locali si preparano al peggio, e barricano le loro vetrine. E se dalla Fifth Avenue a Soho sono soprattutto i negozi di lusso ad aver murato le loro attività - Louis Vuitton, Dior, Coach e pure Dolce & Gabbana - la catena di profumerie Sephora ha barricato le sedi di Time Square e quella del modaiolo Meatpacking District. Proprio come hanno fatto tante piccole boutique e locali dall'East Village all'Upper West Side.

Scontro Trump-Cuomo

Sulle assi in legno vengono scritte frasi d'incoraggiamento. "State a casa, state al sicuro" o, citando Churchill, "se stai attraversando l'inferno, fallo a testa alta". Sono scene drammatiche che non si vedevano dalla crisi del 2008, quando il crollo dei mutui subprime portò alla recessione che causò la chiusura di centinaia di attività. Nel frattempo il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo litigano sulla futura riapertura delle attività. Lunedì Cuomo ha annunciato l'istituzione di un gruppo di lavoro con diversi altri governatori del nord-est per coordinare gli sforzi di mitigazione e studiare la futura riapertura delle attività. Trump ha ribadito ai giornalisti che solo lui ha quel potere. "Questo non è il momento di fare politica o di litigare. Ho agito in totale partenariato e cooperazione con il presidente.

Se vuole una rissa non l'avrà”, ha dichiarato Cuomo in una conferenza stampa ad Albany martedì, aggiungendo che Trump ha "torto sulla legge".

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