Guerra in Ucraina

"Niente Storia e Letteratura". Cosa succede nella città occupata dai russi

A Melitopol i docenti non possono più insegnare Storia e Letteratura ucraina agli studenti: ecco il regime imposto dai russi di Putin che vogliono censurare con la forza il passato di Kiev

"Niente Storia e Letteratura". Cosa succede nella città occupata dai russi

I russi hanno deciso di cancellare la Storia e la Letteratura dai programmi scolastici degli Istituti di Melitopol, città che adesso sventola la bandiera di Putin. "Non vogliono che i nostri ragazzi conoscano come è nata l'Ucraina e chi sono i poeti che ci hanno donato la lingua", denuncia a Repubblica Angelina Kovalenko, preside dell'Istituto superiore numero 4. "Il motivo è chiaro: più sono ignoranti più sarà facile controllarli", aggiunge.

"Non è permesso il nazionalismo"

Con il termine nazionalismo si intende quell'ideologia che difende e mette in luce il concetto di patria. È impossibile che gli occupanti e invasori possano permettere una cosa del genere, ecco perché in giro a Mariupol si sono viste decine di libri bruciati. "Promuovono le idee del nazionalismo", affermano gli acculturati soldati russi. Putin ha deciso così, di impartire l'educazione in base alla legge del più forte e non secondo la storia del proprio passato. La Kovalenko non può insegnare più, al suo posto hanno messo una docente "collaborazionista", non c'è bisogno di tradurre questo termine. E così, nella scuola numero 4, oltre mille studenti possono termine il programma didattico ma senza la "Storia dell'Ucraina, Storia generale e Letteratura. Nel mio istituto vanno appena 20 studenti, le lezioni si tengono in russo", aggiunge.

Cosa accade nelle scuole

Dalla bandiera ucraina a quella russa il passo è breve e gli istituti scolastici adesso hanno i colori degli occupanti. "All'ingresso hanno piazzato delle guardie cosacche. Solo tre presidi sui 21 di prima sono rimasti in città". Non è stato facile, per i russi, trovare gente compiacente e così in alcune scuole persono i poliziotti diventano dirigenti e chi insegna educazione fisica deve fare anche altre materie come matematica e lingue straniere. Siamo al paradosso. Il cambiamento del programma scolastico è avvenuto già a metà marzo quando i russi hanno stabilito che si dovessero studiare cose diverse. O meglio, che non si dovevano più insegnare alcune precise materie. "Ero basita. Dopo poco hanno rapito la direttrice del dipartimento dell'Educazione di Zaporizhzhia, Irina Shcherbak. L'hanno portata in un garage e interrogata per ore. Si è rifiutata di collaborare, non abbiamo più notizie di lei", spiega la preside.

Il sequestro come ricatto

Sequestrare per ricattare a fare come dicono loro: dopo la vicenda Shcherbak, molti docenti e presidi hanno deciso che fosse meglio dimettersi. La Kovalenko, che invece ha deciso di resistere, ha subìto un sequestro di due giorni all'interno di un garage con altri docenti che non volevano piegarsi all'imposizione di Mosca. "Nella stanza accanto qualcuno veniva pestato, sentivamo le urla di dolore di quel poveraccio. Non ci hanno torturato, ci accusavano però di sabotare il nuovo sistema educativo. Il 2 aprile ci hanno bendato, ci hanno fatto salire su una macchina e ci hanno lasciato in un campo di grano, di notte, senza telefoni e senza acqua, a 30 chilometri dalla città". Ecco cosa hanno fatto i russi: la preside è dovuta andare a Kiev, fosse rimasta a Mariupol non sarebbe ancora viva.

In questo caso ha vinto chi ha deciso, con un colpo di spugna, di cancellare il passato del popolo ucraino.

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