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Il Nobel per la Chimica a tre ingegneri della "click chemistry"

Sono due americani e un danese i vincitori del Premio Nobel per la Chimica 2022: ecco il loro lavoro sulle molecole biologiche e i campi di intervento

Il Nobel per la Chimica a tre ingegneri della "click chemistry"

Il Premio Nobel per la Chimica del 2022 è stato vinto dall'americana Carolyn Bertozzi, dal danese Mortem Meldal e dall'americano Barry Sharpless per "lo sviluppo di tecniche per ingegnerizzare le molecole biologiche". Tra le motivazioni tecniche, i tre scienziati sono stati premiati anche per le loro scoperte nella "chimica a scatto e lo sviluppo della chimica biortogonale". Per Sharpless si tratta di una seconda volta dal momento che era già stato premiato nel 2001: adesso è il quinto scienziato al mondo a ricevere il Nobel per ben due volte aprendo la strada a questo nuovo tipo di chimica.

In cosa consiste la tecnica

Già inaugurata dallo scienziato americano, la tecnica dà la possibilità alle molecole di unirsi in maniera più efficiente e più semplice. Bertozzi è la scienziata che è riuscita ad applicarla anche alle molecole biologiche: le applicazioni possono essere molteplici e le più importanti riguardano la chimica verde (basata su percorsi di sostenibilità) e terapie ad alta precisione contro i tumori più difficili da estirpare.

Il termine di "chimica a scatto o biortogonale" è stato coniato dalla stessa Bertozzi per indicare "le reazioni chimiche che avvengono negli esseri viventi senza interferire con i processi biochimici che avvengono al loro interno". Oltre alle scienziata 56enne, il premio è andato al danese Morten Medal, 68 anni, docente dell'Università di Copenaghen che ha contribuito allo sviluppo e al perfezionamento di questa tecnica a scatto (in inglese click chemistry). Barry Sharpless, il più anziano di tutti (81 anni), è originario di Philadelphia nel 1941 ed ha prestato la sua opera allo Scripps Research, precedentemente noto come The Scripps Research Institute, struttura di ricerca medica americana senza scopo di lucro che si basa sulla ricerca e sulle scienze biomediche.

Quel desiderio di andare oltre

I chimici hanno sempre voluto sfidare loro stessi per la costruzione di molecole sempre più complicate. In farmaceutica, questa loro ricerca di è tradotta nella produzione artificiale di molecole naturali con proprietà mediche. Da qui sono state costruite numerose tipologie di molecole le quali hanno via via sostituito quelle degli anni precedenti molto più costose da produrre. È stato fatto l'esempio dei mattoncini Lego con i piccoli blocchi di molecole che si agganciano con un click rendendo altamente più efficienti le reazioni chimiche. Tra le applicazioni più frequenti, oltre alla ricerca farmacologica, c'è anche il sequenziamento del Dna.

"Grande impatto per la salute"

"Siamo orgogliosi di questo Nobel che dimostra la fondamentale importanza dell'azione sinergica tra differenti campi del sapere, in questo caso chimica verso biologia attraverso l'uso di complesse architetture molecolari affrontate con tecniche ingegneristiche, per un risultato di grande impatto nell'applicazione alle scienze della salute", hanno affermato all'Agi Roberto Antonelli e Giorgio Parisi, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

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