"Datemi una colf...". Oligarchi "disperati": il retroscena

La parabola discendente di Petr Aven, un oligarca russo colpito dalle sanzioni dell'Occidente: beni sequestrati e immobili bloccati, al miliardario amico di Putin mancano anche i soldi per le bollette

"Datemi una colf...". Oligarchi "disperati": il retroscena

Dalle stelle alle stalle, è proprio il caso di dirlo: se alcuni oligarchi russi hanno fatto in tempo a rifugiarsi a Dubai e in altri parasidi fiscali lontano dalle sanzioni occidentali che ne hanno stravolto il tenore di vita, ce n'è uno che non ha avuto il tempismo dei suoi colleghi miliardari rimanendo "soffocato" dalle sanzioni dell'Ue e del Regno Unito. Stiamo parlando di Petr Aven, oligarca ma anche ex ministro per le relazioni economiche con l’estero del governo Eltsin. Il suo patrimonio, anzi ex patrimonio, era di circa 4,5 miliardi di sterline secondo quanto stimato dal Cremlino. Adesso, però, di quella montagna di soldi non sono rimaste che le briciole.

"Non sappiamo come sopravvivere"

In un'intervista al Financial Times, Aven ha raccontato il cambiamento di vita "dall'oggi al domani" e quanto costruito in 30 anni "completamente rovinato". Con il suo socio in affari, Mikhail Fridman, ha costruito un conglomerato bancario di servizi finanziari e di investimento negli anni '90: la maggior parte della sua ricchezza l'aveva accumulata grazie a molteplici investimenti petroliferi. Poi sono iniziate, nel 2013, alcuni battaglie legali dopo aver ceduto la partecipazione nella compagna petrolifera a TNK-BP a Rosneft, gruppo petrolifero gestito da Igor Sechin, stretto alleato di Putin. I 14 miliardi di dollari acquisiti sono stati reinvestiti in un gruppo londinese adesso bloccato dalle sanzioni. Aven è intenzionato a contestare le sanzioni contro di lui ma non trova un avvocato manco a pagarlo. "Gli avvocati britannici non vogliono lavorare con i russi - ha spiegato - Mi è stato detto che è quasi impossibile modificare le sanzioni".

"Posso avere almeno un autista?"

Senza soldi ma con la pretesa di avere almeno "una colf o un autista" perché Aven non guido la macchina: mentre la seconda moglie ha cercato di ritirare quanti più soldi possibili dalle carte e bancomat prima che tutto venisse bloccato, l'intervista al quotidiano inglese mostra un uomo totalmente disarmato e incapace di immaginare il suo futuro. "Non capiamo come potremo sopravvivere". Ovviamente, i provvedimenti nei suoi confronti sono figli dell'amicizia con Putin come dimostrato da una foto che lo ritrae, insieme ad altri oligarchi, accanto allo zar nel giorno dell'invasione Ucraina. Sarebbe vicino al presidente russo in qualità di direttore di Alfa-Bank dalla quale rischia l'espulsione nel giro di pochi giorni. Nonostante tutto, vuole difendere l'unico patrimonio che gli è rimasto e prova a difenderlo come può nonostante sia stato "congelato": si tratta dell'appartamento all'ultimo piano nel super ricco quartiere londinese di St James. Da lì, l'oligarca non vuole proprio andare via ma molto presto sarà costretto a farlo.

Tutti i sequestri

Come riporta il The Guardian, le autorità svizzere avrebbero sequestrato anche una lussuosa casa in montagna all'interno di un golf resort in Svizzera, nei pressi di Berna. La Guardia di Finanza ha già fatto scattare provvedimenti su un complesso immobiliare a Punta Sardegna, in provincia di Sassari, il cui valore di un terzo dei 4 milioni di euro è riconducibile a Petr Aven. In sua difesa, ha respinto al mittente le accuse di essere vicino a Putin. "Per fare affari in Russia è necessario un contatto con il presidente, quando il suo ufficio chiama non c'è altra scelta che rispondere - ha sottolineato l'oligarca - Cerchiamo di rimanere fuori dalla politica, non posso essere sanzionato solo perché incontro il presidente.

Se un tribunale decide che sei corrotto sarebbe comprensibile, ma questo proprio non lo capisco. Siamo pronti a dimostrare tutto". Al suo tenore di vita non vuole rinunciare, ma sarà disposto a rinunciare all'amicizia con Putin voltandogli le spalle?

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