La Turchia ha scelto Erdogan. La Turchia meno le 5.483 donne vittime di violenza domestica e ospiti di case di accoglienza o sotto protezione da parte della polizia. A quanto spiega il quotidiano secolarista Hürriyet (il cui direttore Enis Berberoglu, spesso attaccato da Erdogan, si è dimesso due giorni fa), la richiesta di farle votare senza rivelare pubblicamente la loro identità è caduta nel vuoto. Il ministero della famiglia e delle politiche sociali (guidato da una donna, Aysenur Islam) dopo un consulto con i servizi di sicurezza ha fatto spallucce: l'obbligo della segretezza e la minaccia incombente precludevano alle cinquemila donne turche la possibilità di scegliere il presidente.
Non avrebbero cambiato l'esito del voto, ma la loro assenza è significativa in un Paese dove proprio la violenza sulle donne è una piaga difficile da sconfiggere. E nel giorno del nuovo trionfo di Erdogan, le cui posizioni conservatrici anche nei confronti delle donne fanno discutere da anni, arrivando a mettere in discussione il retaggio laico di Atatürk. Posizioni spesso controverse, come l'abolizione del divieto del velo islamico negli uffici pubblici, imposto dal fondatore della moderna Turchia e cancellato a settembre scorso dal neopresidente. Che, oltre a schierarsi contro aborto e parti cesarei (considerati un complotto per la sterilizzazione delle donne), nel 2010 a Istanbul confessò pubblicamente di «non credere alla parità tra uomo e donna» alle rappresentanti delle organizzazioni femminili ricevute nel palazzo Dolmabahce, proprio il luogo dove morì Atatürk.
Eppure la violenza sulle donne è un'emergenza che la Turchia - dove i reati a sfondo sessuale sono aumentati del 400 per cento nell'ultimo decennio - deve affrontare con urgenza. Secondo un rapporto dell'Onu del 2011, l'anno prima almeno una donna turca su dieci era stata oggetto di violenza fisica. Un dato che, considerando l'intero arco della vita, aumenta al 39 per cento: quasi quattro donne su dieci. Poco rassicuranti anche i numeri delle violenze sessuali. Quasi quattro donne su dieci, in Turchia, sono state violentate, sette su cento solo nel corso del 2010. Dietro al Paese anatolico, solo una manciata di nazioni nell'Africa subsahariana, Bangladesh, Kiribati e le Isole Salomone.
E se «solo» il 22 per cento dei turchi ritiene giustificabile picchiare la moglie (sorpresa: in Germania chiude un occhio sulla violenza domestica il 25 per cento), Ankara ha un altro fenomeno da contrastare. Le spose bambine. In un decennio i matrimoni precoci sono stati il 14 per cento: oltre 500mila ragazze di 16 e 17 anni si sono sposate. In gran parte, costrette a farlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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