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"Non viaggiate in Italia". Ma i numeri smentiscono gli Stati Uniti

I Cdc americani inseriscono l'Italia nel massimo livello di rischio pandemico sconsigliando di viaggiare nel nostro Paese. I numeri, però, smentiscono l'allerta

"Non viaggiate in Italia". Ma i numeri smentiscono gli Stati Uniti

Alle porte delle festività natalizie i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) degli Stati Uniti hanno sconsigliato ufficialmente ai cittadini americani di viaggiare in Italia a causa di un livello di rischio "molto alto" per quanto riguarda la pandemia Covid-19. In realtà, i numeri della situazione epidemiologica del nostro Paese smentiscono tanto allarmismo.

L'alert degli Stati Uniti

Quattro punti, molto duri, nei confronti dell'Italia nemmeno fossimo in Romania, penultimo Paese europeo per numero di vaccinazioni dove il virus corre e la pandemia è fuori controllo. "Evita i viaggi in Italia" , "Se devi recarti in Italia, assicurati di essere completamente vaccinato prima del viaggio", recitano le due scritte in inglese, evidenziate in grassetto, sul sito dei Cdc americani. Il livello di allerta stimato per il nostro Paese è il numero 4, il massimo possibile. "A causa dell'attuale situazione in Italia, anche i viaggiatori completamente vaccinati potrebbero essere a rischio di contrarre e diffondere varianti di Covid-19" e, infine, "i viaggiatori dovrebbero seguire le raccomandazioni o i requisiti in Italia, incluso indossare una maschera e stare a 6 piedi di distanza dagli altri", conclude il cartello con l'alert con gli altri due punti. Fa sorridere anche la raccomandazione sulla distanza interpersonale: 6 piedi corrispondono a un metro e 82 centimetri.

I numeri smentiscono gli Usa

Ma siamo davvero così tanto in emergenza pandemica? A discapito di quanto affermino gli Stati Uniti, l'Italia si trova in una botte di ferro: come si legge sul Report vaccini Anti Covid-19 sempre aggiornato sul sito del governo, siamo arrivati all'88,19% della popolazione sopra i 12 anni vaccinata, quasi 48 milioni di persone. Tra questi, ben l'85,03% ha completato il ciclo vaccinale con le due dosi (quasi 46 milioni di persone) e con le terze dosi stiamo volando: quasi 12 milioni di booster che corrisponde al 56,76% della popolazione "potenzialmente oggetto di dose addizionale".

Se è vero che i contagi giornalieri sono aumentati anche nel nostro Paese (una media di 20mila al giorno), rimangono ben al di sotto della soglia critica di numerosi altri Paesi europei e i ricoveri rimangono sotto controllo. Tra l'altro, è ancora molto bassa la presenza della variante Omicron e la stragrande maggioranza dei casi positivi sono asintomatici e tracciati grazie all'ottimo sistema di tamponi del nostro Paese che rimane ai primissimi posti in Europa per la bassa circolazione del Covid-19. Insomma, la scelta degli Stati Uniti è quanto meno discutibile.

Cosa succede negli altri Paesi

Nel loro aggiornamento, i Centers for Disease and Prevention Usa hanno aggiunto anche Groenlandia e Mauritius alla lista delle nazioni a più alto rischio per i viaggi. Come riporta il Corriere della Sera, la scorsa settimana erano state inserite in lista "rossa" anche la Francia e numerose altre destinazioni, più di un'ottantina in tutto il mondo. Tra gli altri luoghi considerati a rischio "molto alto" per i viaggi rientrano anche Paesi tropicali come Barbados, Belize, Isole Cayman, Seychelles.

Negli Stati Uniti, invece, c'è una importante ripresa pandemica con decine di migliaia di nuovi contagi e il raggiungimento della soglia dei 50 milioni di casi dall'inizio della pandemia.

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