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Nuova Zelanda, l'Isis prepara la vendetta: "La risposta è in arrivo"

Sul canale Telegram dello Stato islamico appare un kalashniokov avvolto in una bandiera nera con una scritta: "Vi sconfiggeremo presto, nessuno si salverà. La risposta è in arrivo"

Nuova Zelanda, l'Isis prepara la vendetta: "La risposta è in arrivo"

L'Isis permette vendetta dopo le stragi nelle moschee di Christchurch. Sui canali Telegram dello Stato islamico, è apparsa a foto di un kalashnikov nero con delle scritte in bianco. Proprio come risposta fisica al fucile con cui Brenton Tarrant ha compiuto la sua orrenda strage. Sul kalashnikov una frase inquietante: "Vi sconfiggeremo presto, nessuno si salverà. La risposta è in arrivo". Il fucile è poi stato avvolto nella bandiera nera del Califfato.

In questi giorni, l'allerta sulla possibile vendetta dell'Isis è stata innalzata. Anche perché oltre allo Stato islamico, sono apparse degli incitamenti alla vendetta anche da parte di Al Qaeda. Ed è alto il rischio che si frappongano due tipi di terrorismo: quello islamico e quello di fanatici che vogliono emulare Brenton Tarrant. Proprio per questo motivo, anche in Italia è stato innalzato il livello di guardia da parta dell'antiterrorismo.

Come per il video del terrorista che ha colpito le moschee in Nuova Zelanda, anche in questo caso l'Isis ha usato i social network, mettendo così di nuovo sotto osservazione il ruolo dei social media nella proliferazione della violenza. La premier neozelandese, Jacinda Ardern, ha voluto sottolineare che spetta ai giganti dei social media eliminare i video degli attentati e contenuti che incitano all'odio. E quei filmati del massacro, trasmessi in diretta Facebook dal killer ma rilanciati poi su YouTube, Twitter e Telegram, possono aver influito sulla mente di altre cellule terroriste dormienti.

Facebook ha già comunicato di aver rimosso in 24 ore "un milione e mezzo di filmati, e di aver impedito che ne venissero caricati altri 1,2 milioni".

E intanto in Nuova Zelanda è stato chiuso temporaneamente l'aeroporto di Dunedin a causa di un "pacco sospetto".

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