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Oms: "L'ebola avanza a una velocità che non riusciamo a controllare"

L'Oms: "Conseguenze catastrofiche della diffusione del virus". E lamenta: "Le forze schierate sono tristemente inadeguate"

Oms: "L'ebola avanza a una velocità che non riusciamo a controllare"

"Ebola avanza più velocemente degli sforzi per controllarlo". L’allarme è stato lanciato dalla direttrice dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margareth Chan, che ha messo in guardia contro le "conseguenze catastrofiche" della diffusione del virus e del rischio di propagazione ad altri Paesi sottolineando che le forze "schierate" in campo a livello di singoli Paesi e internazionale sono "tristemente inadeguate".

L’Oms ha convocato una riunione del Comitato per le emergenze il 6 e 7 agosto su ebola. L'obiettivo è accertare se l’epidemia in corso in Africa occidentale costituisce una "emergenza di salute pubblica di preoccupazione internazionale" e, nel caso, emanare una serie di misure temporanee per ridurre la diffusione del virus. Una conferenza stampa dovrebbe tenersi a conclusione del meeting. Per la Chan l'ebola "sta avanzando più velocemente dei nostri sforzi per controllarla". "Se la situazione continua a peggiorare, le conseguenze possono essere catastrofiche in termine di vite perse, ma anche di danni socioeconomici, con un alto rischio di propagarsi ad altri Paesi", ha sottolineato la direttrice generale dell’Oms al meeting con i presidenti di Guinea, Liberia, Sierra Leone e Costa d’Avorio. Un meeting che, nelle intenzioni della Chan, "deve rappresentare un punto di svolta nella risposta" al virus ebola. Questa, ricorda la Chan, "è la prima epidemia di Ebola in Africa occidentale. Un’epidemia senza precedenti, che pone sfide senza precedenti. È la più grande in 40 anni di storia della malattia, per numero di casi e decessi, 1.323 e 729 vittime, e per grandezza delle aree colpite". Non solo. È stato contagiato "un gran numero di medici e infermieri, una delle risorse più importanti per contenere un’epidemia. Oltre 60 operatori sanitari hanno perso la vita nell’aiutare gli altri". Servono campagne di comunicazione e di educazione della popolazione, a cura di esperti, afferma la Chan, e a seconda della situazione, "i governi possono dover limitare, per esempio, gli spostamenti delle persone o le adunate pubbliche. L’epidemia può essere contenuta, la catena di trasmissione spezzata: dobbiamo farlo, insieme".

Secondo la Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), la diffusione in Italia è "da considerarsi improbabile e l’ipotesi che l’infezione possa giungere via mare con persone che, partite dalle zone interessate dall’epidemia, abbiano attraversato il nord Africa via terra per poi imbarcarsi verso l’Europa è destituita di fondamento". "L’infezione da virus Ebola è solo una delle numerose infezioni emergenti segnalate negli ultimi anni - spiega Massimo Galli, infettivologo Simit - Di alcune di esse, come la Sars e la Mers, sono stati osservati in Italia solo casi importati, senza che si generassero nuove infezioni nel Paese". Secondo la Simit i focolai di infezione si generano attraverso la trasmissione del virus da parte di un animale ospite in aree prossime alla foresta, lontane da aree metropolitane e dagli aeroporti internazionali. La malattia si manifesta nella maggioranza dei casi con gravi sintomi che obbligano il malato al letto e ne impediscono gli spostamenti. Tenuto conto anche della relativa brevità dell’incubazione, l’ipotesi che l’infezione possa giungere via mare con persone che, partite dalle zone interessate dall’epidemia, abbiano attraversato il nord Africa via terra per poi imbarcarsi verso l’Europa è destituita di fondamento. L’unica via attraverso la quale una persona portatrice dell’infezione potrebbe teoricamente raggiungere l’Europa è un volo diretto da uno dei Paesi colpiti: questa possibilità è tuttavia limitata da quanto già osservato in merito alla lontananza tra il punto di insorgenza dei focolai epidemici, le vie di comunicazione internazionali, terrestri ed aeree e gli aeroporti intercontinentali, la sorveglianza sui quali è stata intensificata nei paesi colpiti dall’epidemia. "L’infezione da virus Ebola è solo una delle numerose infezioni emergenti segnalate negli ultimi anni - spiega Galli - di alcune di esse, come la Sars e la Mers, sono stati osservati in Italia solo casi importati, senza che si generassero nuove infezioni nel paese.

Altre invece sono presenti in Italia, come la febbre da virus West Nile, mentre un’epidemia di febbre da virus Chikungunya è stata registrata in Romagna nel 2007".

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