"Non erano gli altri quelli a cui accadevano grandi tragedie? Terremoti, guerre, catastrofi negli stadi, attentati terroristici o incidenti aerei con centinaia di morti. Tutto questo colpiva persone in regioni lontane e non la Repubblica federale tedesca". La sicurezza tedesca vacilla. Il mito della grande Germania, dopo la tragedia del volo Germanwings 4U9525, traballa. E le granitiche certezze diventano enormi dubbi. Dubbi che si pongono gli stessi tedeschi. Infatti, il Der Spiegel in apertura sfodera un titolo chiarissimo: "Senza il terreno sotto i piedi".
Nell'articolo si legge: "L’incidente aereo mette fine al mito della sicurezza teutonica. Finisce un’illusione. Quella che noi siamo più sicuri degli altri finché ci affidiamo a quel che ci fa tedeschi. È una hybris (un sentimento di superbia) che è durata a lungo". E che adesso si è schiantata sulle Alpi francesi insieme ad altre 150 persone.
Permangono solo i dubbi, adesso. Perché le perplessità sull'efficienza e sui controlli della compagnia tedesca sono tante. E più i giorni passano più aumentano. "Lubitz era al cento per cento abile al volo", ha sostenuto la Lufthansa qualche giorno fa attraverso l'amministratore delegato Carsten Spohr. Ma la realtà è diversa. Ci sono quei certificati medici e quelle visite tenute nascoste, quell'ombra della depressione e quella della malattia agli occhi. Tutte circostanze omosse alla compagnia. Che però ha messo in cabina di pilotaggio un co-pilota che non avrebbe dovuto esserci. E poi c'è quell'addestramento interrotto per mesi che forse avrebbe dovuto far alzare il livello di guardia. Invece la compagnia al momento si è limitata a bollare il tutto come una cosa "incomprensibile".
"Siamo sempre stati molto fieri dei nostri sistemi: la migliore scelta dei piloti e il miglior addestramento; che qualcosa del genere potesse accadere per noi è inconcepibile", ha detto Carsten Spohr alla Cnn.E la politica teutonica si è ben guardata dall'immischiarsi della vicenda.
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