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Adesso Twitter censura Trump. The Donald fa guerra ai social

Donald Trump all'attacco di Twitter: "I repubblicani sentono che le piattaforme dei social media mettono completamente a tacere le voci dei conservatori"

Adesso Twitter censura Trump. The Donald fa guerra ai social

Durissimo scontro fra Twitter e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La diatriba si è aperta dopo che il social network, per la prima volta, ha definito i tweet di Donald Trump "potenzialmente fuorvianti". Ira del presidente del americano, che ora minaccia di regolamentare i social colpevoli, a suo dire, di non essere imparziali e di "punire" gli utenti più conservatori. "I repubblicani - scrive oggi il presidente -sentono che le piattaforme dei social media mettono completamente a tacere le voci dei conservatori. Faremo dei regolamenti oppure li chiuderemo perché non possiamo permettere che questo accada. Abbiamo visto cosa hanno cercato di fare, e non gli è riuscito nel 2016. Non possiamo permettere che ciò accada di nuovo, in maniera più sofisticata. Proprio come non possiamo permettere che elezioni via posta diventino un metodo radicato nel Paese".

Nei giorni scorsi Twitter aveva provato a "correggere" il presidente americano. Come spiega La Repubblica, martedì Twitter aveva messo in evidenza due dei tweet di Trump che affermavano come le votazioni per posta avrebbero portato a una diffusa frode degli elettori, aggiungendo che la società avrebbe introdotto messaggi per combattere disinformazione e fake news. "Scopri i fatti relativi alle votazioni per corrispondenza", si poteva leggere sotto ogni tweet. La proposta del voto per posta arrivava dal governatore della California Gavin Newsom ed altri suoi colleghi democratici. "Trump ha fatto dichiarazioni infondate sostenendo che il voto per posta comporterà brogli da parte degli elettori" o "elezioni falsate", è stata la conclusione del social media.

Che Twitter entri a gamba tesa nel dibattito politico rappresenta un fatto inedito, al di là delle opinabili affermazioni di Donald Trump. La sensazione che i social network tutelino maggiormente la libertà di opinione degli utenti "progressisti" a discapito dei conservatori è largamente diffusa all'interno del Gop e dell'opinione pubblica repubblicana: dopotutto, per anni i democratici hanno alimentato la falsa tesi del Russiagate e della collusione fra la Campagna di Trump e il Cremlino, ma Twitter né gli altri social, si sono mai sognati di fare le pulci ai dem. A questo si aggiunge il fatto che, come riportato da Fox News, il dirigente di Twitter Yoel Roth che si occupa di "sviluppare e applicare le regole" del social network, si è distinto in passato per alcuni tweet particolarmente duri nei confronti del tycoon e dei repubblicani, insultando ad esempio il senatore Gop Mitch McConnell o deridendo apertamente i sostenitori dell'inquilino della Casa Bianca. A settembre 2016 Roth ha twittato: "Non ho mai donato prima per una campagna presidenziale, ma ho appena dato 100 dollari a Hillary per l'America.

Non possiamo più fuggire".

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