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Pakistan, detenuto ucciso a sprangate per blasfemia

Pochi giorni fa una giovane coppia cristiana era stata picchiata e gettata viva in una fornace

Pakistan, detenuto ucciso a sprangate per blasfemia

Un nuovo grave episodio di violenza e intolleranza in Pakistan. Un poliziotto ha ucciso un detenuto a sprangate, sostenendo che si trattasse di un blasfemo. Lo riferisce il sito Dawn News, spiegando che il detenuto, Syed Tufail Haider, 45 anni, era stato arrestato ieri per aver ferito due persone. Nella notte, durante un interrogatorio, il poliziotto Faraz Naveed lo ha colpito al collo con un bastone, uccidendolo. L’agente si è difeso affermando che il detenuto aveva pronunciato frasi offensive nei confronti dei compagni del profeta Maometto. Naveed è stato arrestato e sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta.

Pochi giorni fa nel Punjab una giovane coppia di cristiani accusati di blasfemia era stata uccisa da parte di una folla inferocita, in un villaggio vicino a Kot Radha Kishan. I due erano accusati di aver dato alle fiamme una copia del Corano. La moglie, già madre di tre figli, era incinta. Insieme al marito era stata picchiata e gettata in una fornace.

Quello della blasfemia è un tema molto sensibile in Pakistan, dove spesso si registrano sollevazioni popolari e veri e propri atti di violenza contro chi è accusato di questo reato.

Tra le vittime soprattutto i membri della sparuta comunità cristiana di cui fa parte anche Asia Bibi, la donna condannata a morte per aver pronunciato presunte frasi blasfeme sul profeta Maometto.


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