L'ex della Cia ritratta: "Volevamo le Primavere e il jihad ora è ovunque"

Nel libro dell'ex numero due l'ammissione: se pensavamo le rivolte mettessero in minoranza l'estremismo, ci sbagliavamo

Soldati egiziani sorvegliano una delle strade d'accesso a Tahrir
Soldati egiziani sorvegliano una delle strade d'accesso a Tahrir

Un calcolo sbagliato. Si potrebbe definire così la speranza che la Cia riponeva nella primavere arabe, naufragata insieme a quasi tutte le rivolte. Lo ammette anche l'agenzia, anche se non direttamente.

È infatti l'ex numero due a fare un po' di chiarezza, in un libro in uscita negli Stati Uniti, intitolato La grande guerra del nostro tempo. Quella contro il terrorismo, che secondo Michael Morell la Cia sperava di vincere proprio grazie alle sollevazioni popolari, con una spallata ad al-Qaida, che sarebbe finita marginalizzata.

Che le primavere avrebbero messo in minoranza la narrazione dei terroristi era una pia illusione. Lo dice Morell nel suo libro, che il Washington Post ha potuto consultare in anteprima. "Da una prospettiva di anti-terrorismo le primavere arabe si sono trasformate in un inverno", scrive.

Un'opinione personale, quella di Morell, ma avvalorata dal suo precedente incarico all'agenzia, che non ha voluto

commentare le critiche contenute nel suo libro. Il fallimento delle forze politiche su cui le primavere contavano è però evidente. E dal 2011 in poi, è sotto gli occhi di tutti, l'estremismo tutto ha fatto tranne che arretrare.

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