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Il Pentagono schiera tre navi da guerra al largo dello Yemen

Le navi da guerra, al largo della costa dello Yemen, difenderanno lo stretto di Bab el Mandeb. La minaccia small boat contro cui non vi è margine di errore.

Il Pentagono schiera tre navi da guerra al largo dello Yemen

Il cacciatorpediniere missilistico della Marina degli Stati Uniti, l’USS Cole (DDG-67), è in pattugliamento al largo della costa dello Yemen per difendere l'accesso e le navi in ​​transito nello stretto di Bab el Mandeb, che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden. E’ questa la decisione del Pentagono dopo l’attacco suicida, avvenuto lunedì scorso, contro una fregata saudita.

Oltre all’unita della classe Arleigh Burke, la US Navy schiera la nave d’assalto anfibia USS Makin Island (LHD-8) della classe Wasp e la USS Comstock (LSD-45), dock landing ship della classe Whidbey Island

La USS Makin Island e la USS Comstock navigano nell’area dell’USS Cole che, attualmente, monitora l'estremità meridionale dello stretto.

Lunedi scorso, una fregata saudita è stata attaccata al largo della costa ovest dello Yemen. Il governo saudita sostiene che l’unità sia stata attaccata da tre piccole imbarcazioni: una di queste, carica di esplosivo, sarebbe riuscita a colpire la fregata provocando la morte di due membri dell'equipaggio. I ribelli Houthi, che controllano la costa occidentale dello Yemen, rivendicando l’attentato affermano di aver colpito la fregata con un missile.

Il 12 ottobre del 2000, la USS Cole, ormeggiata nel porto di Aden, nello Yemen, venne colpita da una piccola imbarcazione da pesca con oltre 150 kg di esplosivo C-4 a bordo. Nell’attentato, rivendicato da al Qaida, morirono 17 marinai. 39 i militari feriti.

L’attacco contro la Marina Usa e la rappresaglia ordinata da Obama

Il 10 ottobre scorso, contro l’USS Mason, cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke della Marina statunitense in pattugliamento al largo delle coste dello Yemen, sarebbero stati lanciati due missili. L’unità non ha riportato danni, nessun marinaio è rimasto ferito. Il cacciatorpediniere statunitense si trovava in acque internazionali, a nord di Bab el-Mandeb, che funge da gateway per le petroliere dirette verso l'Europa attraverso il canale di Suez. L’USS Mason era seguita dall’unità da trasporto anfibio classe Austin USS Ponce.

Il primo missile sarebbe stato lanciato alle sette di mattina del 10 ottobre, seguito da un secondo 60 minuti più tardi: entrambi sarebbero precipitati in mare. Per la prima volta nella storia recente, una nave da guerra degli Stati Uniti è stata costretta ad aprire il fuoco per intercettare una minaccia missilistica potenzialmente catastrofica. Il cacciatorpediniere statunitense avrebbe lanciato due intercettori SM-2 ed un singolo Enhanced Sea Sparrow Missile. Confermata l’attivazione del sistema Nulka. Gli Houthi non hanno rivendicato l'attacco contro le navi americane, negando ogni responsabilità. Il Pentagono, tuttavia, ritiene certo il coinvolgimento dei ribelli negli attacchi contro l’USS Mason e l’USS Ponce. I lanci sarebbero avvenuti da una zona portuale controllata dai ribelli Houthi che, secondo il Pentagono, ricevono sostegno militare dall'Iran. Quest’ultimo avrebbe notevoli quantità dei missili compatibili, probabilmente Silkworm che deriva dallo SS-N-2 Styx sovietico, con il tipo di attacco effettuato nel Mar Rosso. L’attacco contro la nave da guerra statunitense è stato eseguito poche ore dopo la decisione dell’amministrazione Obama di rivedere il sostegno Usa nella coalizione, dopo la strage di Sana’a ad opera dell’aviazione saudita. Il Dipartimento di Stato ha ammesso di fornire ai sauditi informazioni di intelligence, targeting e supporto logistico.

La rappresaglia degli Stati Uniti è avvenuta tre giorni dopo, dietro ordine diretto del presidente Obama. Il cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke, USS Nitze (DDG 94), ha lanciato missili Tomahawk su bersagli designati a nord di Bab el-Mandeb. I siti radar controllati dai ribelli Houthi sarebbero stati distrutti.

La minaccia small-boat

I terroristi hanno mostrato un crescente interesse nell'uso delle piccole imbarcazioni per attaccare navi militari, commerciali e strutture marittime. Tattiche e tecniche utilizzate nel settore marittimo si sono dimostrate efficaci, mentre la condivisione delle lezioni apprese, contribuisce ad incoraggiare tali attacchi. La minaccia small-boat comprende una infinita varietà di opzioni: dalle piccole navi da carico ai grandi yacht di proprietà privata, dai pescherecci ai mini-sottomarini. Prevista la variabile kamikaze in remoto. Ordigni esplosivi improvvisati, infine, potrebbero essere piazzati da sub con l’immissione di un parassita sullo scafo. Tale minaccia presenta una firma simile ad altri attentati (reclutamento, formazione, pianificazione, sorveglianza, etc...etc…), ma anche alcune caratteristiche uniche come la competenza marittima, la familiarità con l'area di destinazione e la conoscenza del contesto che potrebbe influenzare la consegna e la detonazione.

L’asimmetria delle minaccia ha raggiunto un nuovo stadio con la sua implementazione a sciame contro cui non vi è margine di errore. Una difesa basata su missili Tomahawk e Harpoon potrebbe rivelarsi terribilmente costosa per distruggere uno sciame di motoscafi. I sistema CIWS come il Phalanx, una Gatling a guida radar in grado di sparare fino a 4.500 colpi al minuto, sono efficaci, tuttavia basterebbe che una singolo motoscafo riuscisse a superare lo schermo difensivo per procurare danni inaccettabili. L’USS Ponce è stata la prima nave al mondo ad essere stata equipaggiata con un nuovo sistema d'arma laser sperimentale progettato per eliminare le minacce asimmetriche.

Nonostante la loro potenza ed imponenza, i vettori sono percepiti come vulnerabili nei moderni teatri di guerra in uno scenario asimmetrico. Da rilevare che un cacciatorpediniere non può operare in acque poco profonde: non avrebbe la velocità e la manovrabilità ideale per contrastare piccole imbarcazioni in rapido movimento.

Tutte le unità

della US Navy hanno il diritto intrinseco all'autodifesa. Non è necessaria alcuna approvazione per attivare la difesa aerea e missilistica delle navi da guerra statunitensi contro le minacce di superficie, aeree e subacquee.

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