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L'ultima dalla Germania: i gradi dei militari saranno anche femminili

Esponenti di maggioranza e di opposizione hanno reagito esortando il governo Merkel a pensare piuttosto ai problemi veri e urgenti dell’esercito

L'ultima dalla Germania: i gradi dei militari saranno anche femminili

Il governo tedesco, nella persona del ministro della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer, ha messo a punto una riforma intesa a rafforzare il "lessico femminile" tra i ranghi delle forze armate nazionali. Il piano è appunto inteso a istituire dei gradi militari di genere femminile, così da assicurare la parità dei sessi all’interno della Bundeswehr e scongiurare qualsiasi discriminazione ai danni delle donne in divisa. La svolta promossa dal ministero della Difesa di Berlino al fine di cancellare il “maschilismo verbale” dal mondo delle forze armate non sembra però al momento riscuotere ampi consensi.

Nel dettaglio, il progetto della Kramp-Karrenbauer è diretto a introdurre, accanto ai tradizionali gradi militari di genere maschile, i loro equivalenti al femminile. Ad esempio, affianco al tradizionale vocabolo “Bootsmann” (marinaio) verrà introdotto l’equivalente femminile “Bootsfrau” (“marinaia”) e, inoltre, accanto all’abituale grado di “Maggiore” spiccherà quello di “Maggioressa”.

Finora, il vocabolario degli ambienti militari ha costantemente utilizzato termini di genere maschile indifferentemente per donne e uomini. Negli ultimi anni, le donne in servizio nella Bundeswehr hanno iniziato a venire qualificate premettendo i termini “Frau” (signora) o “Madame” al rispettivo rango militare, declinato tradizionalmente al maschile (Ad esempio, “Frau Major” e “Madame Major”, ossia “Signora Maggiore” e “Madama Maggiore”).

La riforma del governo Merkel per assicurare la parità di genere lessicale nella sfera militare riprende un progetto messo a punto anni fa dalla Commissione federale per le pari opportunità nell’esercito, mai tradotto però in provvedimenti concreti a causa della forte opposizione da parte delle stesse donne in servizio nella Difesa.

Proprio queste hanno nuovamente alzato la voce contro il recente tentativo della Kramp-Karrenbauer di imporre dei vocaboli femminili nel contesto dei gradi militari.

Le donne tedesche arruolate nell'esercito si sono appunto ultimamente coalizzate contro l’apparente riforma femminista dell’esecutivo Merkel lanciando sui social lo slogan “Gradi militari differenti in base al genere non c’entrano niente con l’emancipazione”.

Sul web, molte delle promotrici della protesta hanno indicato numerose ragioni della loro contrarietà all’iniziativa del ministero. Tra queste, il tenente Wiedke Hönicke ha scritto: “L’uniforme non conosce colori della pelle o caratteri sessuali, ci rende tutti uguali, tutti camerati. Ci unisce, così come il grado militare, che è lo stesso per tutti”. La stessa ha poi concluso: “Per me, l’uguaglianza non significa gradi militari distinti in base al genere delle persone, ma vuol dire solamente uguaglianza di diritti e di doveri”.

La proposta della Kramp-Karrenbauer ha suscitato le critiche anche di molti esponenti politici, sia di maggioranza sia di opposizione, che hanno reagito al piano di “femminilizzazione lessicale” accusando l’attuale ministro della Difesa di trascurare, come il suo predecessore Ursula von der Leyen, i reali bisogni dell’esercito tedesco per concentrarsi su problemi futili. La von der Leyen era stata infatti criticata in passato per non avere mosso un dito riguardo alla carenza di risorse e di armamenti efficienti patita dalla Bundeswehr, preferendo al contrario provvedimenti effimeri e meramente propagandistici come l’istituzione di asili-nido nelle caserme e l’introduzione di orari di lavoro flessibili per il personale militare.

Tra i politici di maggioranza, contro la recente proposta del ministero della Difesa si è inizialmente scagliato l’esponente socialdemocratico Siemtje Möller, che ha tuonato: “Quando parlo con delle donne in divisa, loro non si lamentano per i ranghi non declinati al femminile, ma per la carenza di dispositivi di protezione adeguati, di stivali, di uniformi, e di tute della loro misura. Dei gradi con desinenze al femminile potrebbero anche sembrare carini, ma non risolvono il problema della carenza di equipaggiamenti, che danneggia soprattutto le soldatesse”.

Esortazioni affinché il ministro della Difesa del governo Merkel si occupi di questioni militari più gravi e urgenti, come appunto la scarsità di risorse adeguate per la Bundeswehr, piuttosto che di rivoluzioni lessicali sono state avanzate anche da Agnes Strack-Zimmermann, rappresentante della forza di opposizione Partito Liberale Democratico (Fdp).

Per il momento, la Kramp-Karrenbauer non ha reagito pubblicamente al coro di critiche, ma dovrà prendere una decisione definitiva sul piano di riforma lessicale delll'esercito non oltre la fine della prossima settimana.

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