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Porte chiuse ai cristiani ma non agli ebrei americani: polemiche a Gerusalemme

La decisione del governo della città ha scatenato le proteste della comunità cristiana

Porte chiuse ai cristiani ma non agli ebrei americani: polemiche a Gerusalemme

Porte aperte per i pellegrini ebrei nordamericani ma non per quelli di religione cristiana: la scelta del governo di Gerusalemme fa montare le proteste della Chiesa cattolica.

Tutto sarebbe riconducibile all'insorgenza della variante Omicron, che ha portato ad una nuova chiusura delle frontiere. Una linea rigida, quella seguita dal governo di Gerusalemme, città che dall'inizio della pandemia è rimasta visitabile senza restrizioni da non residenti solo per pochi giorni, vale a dire dal primo di novembre (data in cui sono state aperte le porte esclusivamente ai turisti vaccinati) al 28, ovvero il momento in cui si sono registrati i primi casi di omicron. Gli Stati inseriti nella lista rossa, vale a dire quella includente le mete proibite persino ai cittadini di tutta Israele, continua a crescere di giorno in giorno: alla Gran Bretagna si sono di recente aggiunti anche Francia, Spagna ed Emirati Arabi Uniti (Uea).

Inutile cercare di ottenere dei permessi speciali in vista delle celebrazioni natalizie: tutte le richieste da parte delle comunità cristiane sono state rispedite al mittente. Nessuna possibilità per i pellegrini, quindi, di raggiungere la meta tanto agognata in questo specifico periodo dell'anno.

Eccezioni e polemiche

Una linea rigida che non prevede eccezioni, anche se concretamente non è proprio così. Le porte della città, infatti, saranno aperte ad alcune comitive di giovani ebrei nordamericani, che sono soliti visitare Israele proprio nel corso delle vacanze di fine anno prendendo parte a dei veri e propri tour organizzati dall'associazione Birthright. Questa la decisione presa dalla ministra oltranzista Ayelet Shaked, che ha deciso di creare ad hoc e di dirigere un comitato per gestire l'afflusso di questi piccoli gruppi.

La scelta non ha mancato di generare polemiche in seno alla comunità cristiana. "Queste discriminazioni razziste non devono accadere. Ci appelliamo alle autorità israeliane perché garantiscano l’ingresso a tutti quelli che vogliono visitare il Paese indipendentemente dalla religione", ha dichiarato infatti il portavoce per le varie denominazioni cristiane Wadi Abunassar, come riportato da Il Corriere. La Chiesa cattolica, nello specifico, è particolarmente irritata dalla chiusura totale del governo di Gerusalemme ed ha deciso di appellarsi al ministero del Turismo. La decisione in merito alla vicenda resta tuttavia nelle mani del ministro degli Interni di Shaked. Per ora dal dicastero si sono limitati a confermare la realtà dell'esistenza di alcune eccezioni concesse ai pellegrini, e non si esclude che possano arrivarne delle altre, anche se tutto appare pittosto fumoso e senza alcuna data prevista.

Per ora di certo si sa solo che il bando per gli stranieri è stato esteso fiono al 29 dicembre, cioè a Natale oramai concluso.

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