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Porte rosse per marchiare le case dei rifugiati

Proteste a Middlesbrough: "Un segno che ricorda la Germania nazista". Gli edifici appartengono a una società legata al ministero dell'Interno

Porte rosse per marchiare le case dei rifugiati

Porte rosse come un marchio e come un segnale di riconoscimento. Spunta l'ombra dell'apartheid in Gran Bretagna dove numerose case che ospitano immigrati e rifugiati sono state "additate" con portoncini d'ingresso color mattone, tinteggiati in modo singolarmente uniforme e diverso rispetto ad altre abitazioni vicine, fino a diventare inevitabile bersaglio di vandali e razzisti. Succede a Middlesbrough, città dell'Inghilterra di nord-est in cui è confinata una forte concentrazione di richiedenti asilo nel regno.

Gli edifici, che ospitano gli immigrati, appartengono alla Jomast, società del miliardario Stuart Monk e subappaltatrice di G4S, gruppo legato all'Home Office (il ministero dell'Interno di Sua Maestà) che gestisce una serie di progetti riguardanti l'immigrazione e la sicurezza. La Jomast, spalleggiata dalla G4S, giura che quelle porte rosse non sono un marchio, ma una tonalità scelta a caso per l'uscio di non più del "20% delle case" occupate da immigrati e rifugiati in fuga da guerre come quella che insanguina la Siria. Ma i cronisti del Times, aggirandosi in due dei quartieri più marginali di Middlesbrough, divenuti simili a ghetti per stranieri in attesa di conoscere il loro destino, hanno contato puntigliosamente 155 portoni rossi su 168. E tutti di quel rosso lì. La gente che ci abita racconta di sentirsi ormai presa di mira: atti di teppismo, sassate, lanci di uova, intimidazioni varie, insulti xenofobi, persino qualche simbolo del Front National francese.

Alcuni profughi hanno svelato di aver provato a cambiare la tinta, salvo veder arrivare solleciti addetti a ripristinare l'originale. Con la giustificazione di doverlo fare in base a "ordini dall'alto", per garantire che le abitazioni potessero essere poi tenute d'occhio facilmente dalle squadre incaricate di eseguire controlli. E, se del caso, sgomberi. Un ex deputato locale ha preso a cuore la questione senza trattenere lo sdegno. E si è spinto addirittura a paragonare quei portoncini rossi alla stella gialla imposta dai nazisti agli ebrei nella Germania degli anni più bui. Alla fine anche il governo conservatore di David Cameron si è sentito costretto a intervenire. James Brokenshire, sottosegretario all'Immigrazione, pur prendendo per buona l'assicurazione della ditta secondo cui l'accaduto non sarebbe frutto di alcuna deliberata "politica aziendale", si è detto molto preoccupato. "Se dovessimo scoprire indizi di discriminazione - ha minacciato - agiremmo immediatamente". Intanto ha raccomandato una riverniciatura generale, ammettendo che quel rosso, a Middlesbrough, è stato "usato eccessivamente". Detto fatto. Essendoci sul piatto appalti e contratti da milioni di sterline all'anno, Jomast e G4S hanno promesso di tirar fuori i pennelli in fretta e furia.

"Le porte - è stato annunciato - saranno ridipinte, in un panorama finalmente multicolore".

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