Guerra in Ucraina

"Problema alle munizioni di precisione". Cosa accade davvero ai jet russi

La Russia li ha sempre considerati dei jolly invidiabili ma il conflitto ucraino ha rivelato i limiti dei Sukhoi Su-34, i famigerati jet russi da 50 milioni di dollari

Un aereo da combattimento russo Sukhoi-34.
Un aereo da combattimento russo Sukhoi-34.

Avrebbero dovuto rivoluzionare l’aviazione e agevolare l’esercito che sarebbe stato in grado di utilizzarli al meglio. La Russia li ha sempre considerati dei jolly invidiabili, ma il conflitto ucraino ha rivelato i limiti dei Sukhoi Su-34, i famigerati jet russi da 50 milioni di dollari.

I limiti dei Su-34

Nonostante un’evidente – almeno sulla carta – superiorità militare, l’esercito russo non è ancora riuscito a blindare i cieli dell’Ucraina. Gli aerei di Mosca, per vecchi problemi mai risolti e tornati alla ribalta, hanno dimostrato di volare a quote troppo basse, esponendosi così al fuoco ucraino. Lo ha spiegato, nel dettaglio, Il Messaggero, che ha acceso i riflettori su due problemi non da poco.

Il primo riguarda la cronica mancanza russa di munizioni comandate di precisione, necessarie per trasformare i Su-34 in un’arma letale. L’altro ostacolo si rifà invece alla dottrina russa, che considera gli aerei una sorta di artiglieria volante. Unendo i due punti otteniamo uno scenario abbastanza deprimente per chi, come la Federazione Russia, vanta il secondo esercito più forte del mondo dietro agli Stati Uniti.

In ogni caso, i primi modelli dei Su-34 sono stati partoriti nel 2008. Erano inizialmente 32, poi saliti a 92 nel 2012 e a 122 nel 2021. Un balzo importante, anche perché questi jet hanno, di fatto, sostituito i vecchi Su-24. E anche perché, da qui al 2030, si prevede che Mosca possa arrivare a schierarne circa 200.

Jolly sprecati

Insomma i Su-34, dotati di una cabina di pilotaggio con due persone, e in grado di colpire obiettivi situati fino a 60 miglia di distanza trasportando 12 tonnellate di bombe e missili, promettevano fuoco e fiamme. Sulla carta stiamo parlando di un modello tecnicamente all’avanguardia. Peccato che i russi non abbiano stoccato abbastanza munizioni comandate e che abbiano smesso di acquistarle da anni, in concomitanza con le sanzioni.

Il risultato è stato ben illustrato da Justin Bronk in una recente analisi: "La maggior parte dei 300 aerei da combattimento ad ala fissa dell'aviazione russa in giro per l'Ucraina ha solo bombe e razzi non guidati a cui attingere per attacchi sulla terra". Non sono certo jet inutili, ma in questo modo perdono le loro qualità principali. Ulteriormente vanificate dalla suddetta dottrina russa secondo cui gli aerei non sarebbero nient’altro che artiglieria aviotrasportata. In altre parole, Mosca non lascia la propria aviazione libera; deve, al contrario, agire insieme alle forze di terra.

Nel frattempo ammonterebbero a 17.700 le perdite fra le fila russe dal giorno dell'attacco di Mosca all'Ucraina. Lo ha reso noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 17.700 uomini, 625 carri armati, 1751 mezzi corazzati, 316 sistemi d'artiglieria, 96 lanciarazzi multipli, 54 sistemi di difesa antiaerea.

Stando al bollettino, le forze russe avrebbero perso anche 143 aerei, 131 elicotteri, 1220 autoveicoli, 7 unità navali, 76 cisterne di carburante e 85 droni.

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