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Le profezie di Bannon per il 2019: "Sarà un anno in trincea"

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Bannon parla dei suoi progetti per The Movement, in Italia ma soprattutto in Europa. E benedice l'alleanza fra Lega e Movimento 5 Stelle, con un occhio di riguardo a Salvini: "uno statista"

Le profezie di Bannon per il 2019: "Sarà un anno in trincea"

Steve Bannon, stratega della campagna elettorale di Donald Trump, adesso punta sull'Europa.

Il suo The Movement ha l'obiettivo di costruire un grande sistema politico di partiti sovranisti per tutto il continente. E dalla Certosa di Trisulti ha lanciato anche la sua scuola per "populisti", quella che lui stesso definisce una "scuola di gladiatori" pronti a scendere in campo non solo per vincere le elezioni, ma anche per costruire un vero e proprio sistema culturale di matrice sovranista. O semplicemente "populista" secondo molti osservatori.

In una lunga intervista a Il Corriere della Sera, Bannon spiega a chi è rivolta la scuola. "Non ragazzi appena laureati, ma studenti più maturi, dai ventisettenni ai quarantenni. Gente che vuol cambiare carriera, passare per esempio dal no-profit ai media, alla politica, all’insegnamento. Ci sarà una fusione di cultura, storia, economia, comprensione di media e social media, per creare agenti di cambiamento più tradizionalisti. Ho due modelli: la scuola post-laurea di Marion Marechal e quella di Armando Siri, che è venuto qui in America in autunno e ha fatto un’ottima impressione a tutti".

Bannon torna a parlare dell'Italia, Paese che l'ideologo dell'alt-right americana considera fondamentale. In particolare, Bannon ha benedetto l'alleanza fra Lega e Movimento 5 Stelle, considerata una sorta di asse sovranista-populista essenziale per la sua strategia. "C'è pressione su Salvini, gli dicono 'perché non vai alle elezioni anticipate, perché non lo fai?'. Io vedo la sua maturità di statista che è pronto anche, come è successo nei sondaggi, a perdere un po' di appoggio al Nord pur di mantenere il governo di unità. Quando giro per il mondo, dico a tutti: 'Guardate Salvini e Di Maio', non si vedono spesso politici moderni pronti a mettere da parte le differenze per lavorare insieme come hanno fatto sul bilancio". E se per il Movimento non sembra esserci spazio per i 5 Stelle, Bannon punta a Lega e Fratelli d'Italia.

Spazio anche per un pensiero sul rapporto fra Chiesa e Salvini, con l'appoggio del cattolicesimo praticante e conservatore al ministro dell'Interno e le critiche a Papa Francesco: "Me l’aspettavo. Il continuo bombardamento di critiche del Papa contro i 'populisti' e i 'nazionalisti' mira direttamente a gente come Salvini. Il Papa è un radicale sulla questione dei migranti, ha scarso appoggio pubblico e non fa che rafforzare il movimento populista".

Ma l'Italia è solo l'avamposto per il vero obiettivo di Bannon: le europee. È lì che The Movement punta a diventare il vero sistema culturale in grado di scontrarsi con l'altro fronte, quello che è legato al mainstream e (perché no?) anche a George Soros, il magnate ungherese che lo stratega americano dice anche di stimare. Per le elezioni europee, Bannon punta a un possibile asse sovranisti-popolari: "C'è una buona probabilità che succeda, ma dipenderà dai numeri. La cosa più importante ora è vincere più seggi possibile. Se percorri l’Europa come ho fatto io, è chiaro che la Storia è dalla parte dei partiti sovranisti. Pensiamo a un anno fa, prima delle elezioni italiane: il peso di Salvini non era ancora emerso, nessuno sapeva se il Movimento Cinque Stelle fosse in grado di governare, Merkel e Macron erano popolari. Le elezioni italiane sono state il fattore scatenante, hanno rivelato che un’alternativa era possibile. E Merkel adesso è finita, incredibile…"

E arriva lo spunto per parlare anche di Emmanuel Macron: "Nel settembre 2017, ha pronunciato il discorso definitivo sul futuro del progetto europeo, ne ha descritto il punto d'arrivo, gli Stati Uniti d'Europa. Vogliono che l’Italia sia come la South Carolina e la Francia la North Carolina: unità amministrative, non nazioni sovrane individualiste. Poi in campagna elettorale io ho visto i Cinque Stelle e Salvini discutere il progetto di Macron con la gente, su Facebook e nei comizi. Sono saliti al potere con l’euroscetticismo, presentando una contro-argomentazione e una diversa filosofia di governo rispetto a Macron. E se guardiamo i risultati, adesso il governo di unità italiano ha fatto progressi, ha presentato le proprie richieste all'Europa e ha saputo rispondere alle critiche, non sono irresponsabili. Invece Macron è in una spirale mortale, perché non ha ascoltato il suo popolo".

Ma le previsione di Bannon per il 2019 non sono affatto rosee: innanzitutto l'economia globale sta frenando, e questo è un problema non solo per gli Stati Uniti, ma per tutto il mondo. E se le elezioni europee, a maggio, "determineranno la direzione del progetto europeo", dall'altra parte dell'oceano Atlantico, a Washington, per Trump sarà un anno difficilissimo: "l'anno più cattivo della politica americana dal 1858: sarà guerra di trincea qui a Washington". E visti gli ultimi risultati elettorali e la guerra sul muro al confine con il Messico, sembra che lo stratega dell'alt-right non sia troppo lontano dalla realtà.

Il 2019 potrebbe essere un anno spartiacque per l'economia e al politica mondiale.

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