Per ora è soltanto una proposta, ma presto New York, forte del suo essere cosmopolita, potrebbe allargare il concetto tradizionale di diritto di voto, permettendo anche ai non americani di esprimere la propria preferenza per l'elezione del sindaco.
L'idea è quella di far andare alle urne, in occasione delle comunali, non soltanto i cittadini statunitensi, ma anche chi risiede a New York senza per questo avere preso la cittadinanza americana. A patto di essere arrivati da più di sei mesi e dunque avere avuto il tempo di vivere un po' la metropoli, magari capendo qualcosa di più sui problemi e su chi potrebbe risolverli al meglio.
Un disegno di legge potrebbe essere portato avanti in primavera, ma intanto il Consiglio sta già discutendo con il sindaco Bill De Blasio. Il concetto alla base dell'iniziativa è quello del "no taxation without representation", ovvero la considerazione che se si è membri attivi della comunità e si pagano le tasse non si possa non esprimere una preferenza politica.
Lo Stato di New York incamera ogni anno 18,2 miliardi di dollari di tasse da residenti privi della cittadinanza. Persone che non concorrono alla creazione della rappresentanza istituzionale, ma rappresentano comunque una risorsa - anche meramente economica - per il Paese.
Uno studio
del Fiscal Policy Institute, ormai vecchio di un paio d'anni, dice che almeno 1,3 milioni di persone maggiorenni vivono a New York senza avere la cittadinanza americana. Si tratta del 21% della popolazione in età di voto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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