Guerra in Ucraina

"Ora negoziati a Mariupol". L'Ucraina sfida Putin

Il consigliere presidenziale ucraino dai social avanza la proposta di aprire un tavolo negoziale a Mariupol, città martoriata dai bombardamenti russi

La proposta di Kiev a Mosca: "Round speciale di negoziati a Mariupol"

La guerra va avanti e i negoziati non sembrano tenere lo stesso passo. Anzi, nelle ultime settimane non è sbagliato dire che dal punto di vista diplomatico non si siano fatti passi avanti tra l'Ucraina e la Russia. Vladimir Putin ha iniziato la seconda fase della sua guerra, trasformando in obiettivo primario la presa del Donbass e della regione di Donetsk per avere un trofeo da esibire nella piazza Rossa, magari il prossimo 9 maggio. L'offensiva russa intensificato gli attacchi sulle città e Mariupol è ormai in mano ai russi, fatta salva una sacca di resistenza barricata in una delle più grandi acciaierie d'Europa. Zelensky non sembra disposto a trattare, la caduta della città è per lui una linea rossa, ma ora dalla parte ucraina è arrivata una proposta di negoziato alla Russia, che ancora non ha risposto all'appello.

La proposta è arrivata tramite Twitter dal consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, che ha riferito la disponibilità dell'Ucraina di intavolare un tavolo negoziale speciale proprio nella città assediata sul Mar d'Azov. "Siamo pronti a tenere una sessione speciale di negoziazione a Mariupol. Per salvare i nostri ragazzi, Azov, i soldati, i civili, i bambini, i vivi e i feriti. Tutti", ha scritto Mykhailo Podolyak. Nei giorni precedenti, Volodomyr Zelensky aveva fatto appello a Vladimir Putin per un incontro che potesse accelerare le trattative di pace ma dal Cremlino non è mai arrivata una risposta alla richiesta del presidente dell'Ucraina.

Nel frattempo la situazione di Mariupol è sempre più drammatica. La città è assediata da settimane, mancano cibo, acqua e qualunque genere di risorsa primaria sia necessaria alla vita. I civili non possono uscire dalle loro abitazioni se non con speciali pass rilasciati dagli stessi militari russi, che prima di concedere il permesso sottopongono gli abitanti di Mariupol a una serie di domande per raccogliere informazioni sulla loro vita e sulla loro famiglia. Alcuni civili si trovano rifugiati nell'acciaieria, ora presa di mira dall'esercito russo. E anche i corridoi umanitari che avrebbero dovuto garantire vie di fuga sicure non hanno funzionato a dovere.

"A causa della mancanza di controllo sulle proprie forze armate sul campo, gli occupanti non sono stati in grado di garantire un cessate il fuoco adeguato.

Inoltre, a causa della disorganizzazione e della negligenza intrinseche, gli occupanti non sono stati in grado di fornire un trasporto tempestivo di persone al punto in cui dozzine dei nostri autobus e ambulanze stavano aspettando", ha dichiarato il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk.

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