Guerra in Ucraina

"Qual è la verità": la moglie del comandante del battaglione Azov a Roma

Kateryna Prokopenko, moglie del comandante a capo del battaglione d'Azov, si trova a Roma insieme ad altre compagne di soldati ucraini per raccontare cosa accade a Mariupol e nell'acciaieria Azovstal

"Qual è la verità": la moglie del comandante del battaglione Azov a Roma

A Mariupol e nell'acciaieria Azovstal il conflitto è tutt'altro che terminato: da quelle parti, decine di uomini del battaglione Azov si trovano ancora all'interno del bunker dell'acciaieria cercando di resistere all'esercito russo che, nonostante lo stop imposto da Putin, continua a bombardare tutta l'area. Molti combattenti si trovano asserragliati dentro con le forze ridotte ai minimi termini e la vita che non riesce a tornare alla normalità. Kateryna, moglie del comandante Denis Prokopenko a capo del reggimento Azov, si trova a Roma assieme alle compagne e mogli di altri tre combattenti agli ordini del marito e nella serata di giovedì 28 aprile saranno anche ospiti del programma "Porta a Porta" di Bruno Vespa per raccontare l'orrore e lanciare un appello per salvare i loro compagni.

"Qual è la verità"

"Siamo venute a Roma per raccontare alla gente la verità su Mariupol, i nostri mariti stanno ancora resistendo nell’acciaieria ma il tempo stringe", racconta al Corriere della Sera. Con l'ansia per le sorti di suo marito, si dice "orgogliosa" perché lui e i suoi uomini "stanno difendendo tutti noi". Nella vita prima della guerra era una disegnatrice di fumetti, adesso non può esercitare la sua professione perchè è più importante raccontare dal vivo quanto succede nel suo Paese. Nel suo viaggio in Italia l'hanno seguita, come detto, anche altre tre compagne di uomini che combattono ad Azovstal: tra queste c'è Yulya Fedosiuk, ex addetto stampa di un assistente parlamentare di Zelensky, che non vede il marito da più di due mesi. "Vogliamo raccontare la verità su Mariupol, in Italia circola molta propaganda. Anche ieri passeggiando per Roma abbiamo visto un manifesto contro il reggimento Azov". A suo dire, alcuni esponenti politici del nostro Paese avrebbero "legami con la Russia e si fanno portavoce degli interessi di Mosca, anche un gruppo di intellettuali hanno scritto una lettera in cui ci invitano ad arrenderci per porre fine alla guerra senza dire che è stata la Russia ad iniziarla…."

Chi è il dissidente Verzilov

Nel loro viaggio italiano, le quattro donne sono state accompagnate da Pyotr Verzilov, dissidente russo e fondatore di un sito indipendente con il quale racconta la vera verità della guerra in Ucraina. Il suo giornale si chiama Mediazone e, assime a Meduza, sono gli unici che sono andati controcorrente al regime rischando grosso tant'é che hanno cercato di avvelenarlo già prima di quanto accaduto con Alexei Navalny. Divenne soprattutto famoso per aver interrotto la finale dei Mondiali russi sotto gli occhi dello Zar per protesta nei confronti delle persecuzioni politiche e richiedere che i prigionieri venissero rilasciati. Eccoli, tutti e 5 per far aprire gli occhi (come se ce ne fosse bisogno), su quanto accade in Ucraina. "I russi stanno continuando a sganciare centinaia di bombe sull’acciaieria ogni giorno, ogni giorno ci sono vittime", sottolinea Yulya. Accanto a lei c'è anche la 25enne Anya Naumenko, fidanzata con il soldato Dmytro Danilov con il quale dovrebbe sposarsi a luglio ma per adesso è impossibile programmare una cosa del genere.

Come stanno i combattenti

L'amore tra Kateryna e il comandante del battaglione d'Azov è nato sui social grazie anche alla passione in comune per musica e trekking. "È una miscela unica di coraggio, integrità morale, disciplina. Sempre pronto ad aiutare, non si tira mai indietro", racconta al quotidiano italiano. Nonostante il coraggio, molti affermano che sia un neo-nazista ma la compagna risponde con fermezza che "se difendere il proprio Paese da aggressioni esterne significa essere nazionalisti, allora Denis sì, è un nazionalista: come puoi dirti ucraino se non sei disposto a salvare il tuo Paese fino alla morte? Ma nazista no - sottolinea - Nazista è l’espansionismo russo di Putin". L'amica Anya racconta che i combattenti sono allo stremo, tanti chili persi, un solo pasto al giorno e il pane raffermo che, se non viene immerso in qualche zuppa, diventa immangiabile.

L'acqua, poi, è tutt'altro che fresca ma "tecnica, cioé "quella che era destinata al funzionamento dei macchinari".

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