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L'influenza suina del 2009 e quel nuovo ceppo trovato in Cina

Nel 2009, il virus H1N1 scatenò l'influenza suina, che provocò migliaia di morti. All'epoca l'Oms dichiarò la pandemia. Dallo stesso virus è derivato il ceppo scoperto in Cina qualche giorno fa

L'influenza suina del 2009 e quel nuovo ceppo trovato in Cina

Era il 2009 quando una pandemia colpì il mondo, causando migliaia di morti. A provocarla fu un virus influenzale di tipo A/H1N1, rinominato influenza suina, che non era mai stato individuato prima, né nei maiali, né negli uomini. E proprio da quel virus deriva il ceppo scoperto qualche giorno fa in Cina, sui suini e su alcuni allevatori, che è stato definito "potenzialmente pandemico". Ora, il timore è che si ripeta ciò che è successo undici anni fa, quando l'influenza suina colpì più di un milione di persone.

L'influenza suina H1N1

A partire da metà dell'aprile 2009, in diversi Paesi, primo fra tutti il Messico, sono stati identificati diversi casi di infezione dovuti a un nuovo virus influenzale, denominato A/H1N1pdm09. Si tratta di un ceppo del virus dell'influenza A, una combinazione mai osservata prima di due virus dell'influenza suina, che contenevano geni di origine aviaria e umana. Il patogeno H1N1 era inizialmente indicato come virus suino, che si è poi diffuso anche all'uomo, a causa dei contatti ravvicinati tra maiali e persone. Poi, il virus aveva fatto il salto di specie e aveva iniziato a trasmettersi da persona a persona.

Come riporta l'Iss, negli essere umani, i sintomi dell'infezione suina sono simili a quelli dell'influenza stagionale e comprendono febbre, tosse, naso che cola e mal di gola. In alcuni casi sono stati registrati anche sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea. Il virus H1N1 viene trasmesso da uomo a uomo tramite le goccioline prodotte da una persona infetta con uno starnuto o un colpo di tosse. Ma è possibile anche una diffusione indiretta, quando le goccioline si depositano sulle mani o sulle superfici, che poi vengono a contatto con naso e bocca. Per prevenire il contagio, l'Organizzazione mondiale della sanità raccomandava, come prima cosa, il lavaggio frequente delle mani. Dalla riunione dell'Oms tenuta il 5 maggio era emerso che, in generale, la popolazione meno colpita dal virus era stata quella delle persone con più di 60 anni di età.

La pandemia del 2009

Il 24 aprile del 2019, il Messico segnalava diversi casi di polmonite e 59 morti, mentre negli Stati Uniti se ne contavano 7, riconducibili all'influenza suina A/H1N1. La maggior parte delle persone colpite erano giovani e adulti. Il giorno dopo, il Direttore generale dell'Oms Margaret Chan aveva dichiarato questo evento una "emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale". A fine aprile, infatti, i malati si erano già estesi in 9 Paesi: Usa, Messico, Austria, Canada, Germania, Israele, Nuova Zelanda, Spagna e Gran Bretagna. Il 4 maggio, anche in Italia compare il primo malato di influenza suina e i Paesi che contano casi di contagi diventano 20: Austria, Canada, Cina, Regione amministrativa speciale di Hong Kong, Costa Rica, Colombia, Danimarca, El Salvador, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Italia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Spagna, Svizzera e Regno Unito.

L'11 giugno del 2009, l'Oms aveva dichiarato lo stato di pandemia, passando a un'allerta di fase 6. Quel giorno, i malati totali erano 28.774 e i morti 144. La maggior parte dei contagi e dei decessi si sono verificati in Messico e negli Stati Uniti, mentre nel resto del mondo i Paesi più colpiti furono l'Australia e, in Europa, Regno Unito, Spagna e Ucraina.

Il 6 agosto 2010, quando l'Oms dichiarò ufficialmente la fine della pandemia, i casi confermati in tutto il mondo (oltre 170 zone avevano segnalato la presenza del virus) erano oltre un milione e 600mila e i decessi registrati a causa del virus quasi 18.500. Il 10 agosto, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato il passaggio al periodo post-pandemico.

In Italia, in totale i decessi sono stati 259, di cui il 41,7% di sesso femminile. La fascia di età più colpita è stata quella tra i 15 e i 44 anni e tra i 45 e i 64 anni. La maggior parte dei decessi, però, era avvenuto in persone che presentavano almeno una condizione di rischio.

Cartina pandemia 2009

Nella fase post-pandemica, il virus si è ridotto a un'influenza stagionale. Per curare la malattia erano stati messi a punto alcuni vaccini che, in Italia, secondo l'Ordinanza del Ministero della Salute con misure urgenti in materia di protezione A/H1N1, erano destinati in modo prioritario al personale sanitario, a polizia, vigili del fuoco, forze armate, alle persone di età compresa dai 6 mesi ai 17 anni con alcune patologie e nei soggetti nati prematuramente, che avessero un'età tra i 6 e i 24 mesi.

Vaccino influenza suina
I medici al lavoro per la produzione del trattamento contro l'influenza suina

Il nuovo ceppo scoperto in Cina

Il nuovo virus, ribattezzato G4EA H1N1 dai ricercatori che lo hanno isolato in alcuni maiali in Cina, deriva anche dall'influenza suina del 2009. In particolare, è formato da diversi ceppi: si tratta di quello trovato negli uccelli europei e asiatici, di quello dell'influenza H1N1 del 2009 e dell'H1N1nordamericana, che ha geni del virus dell'influenza aviaria, umana e suina. Lo studio, pubblicato sulla rivista specializzata Proceedings of the National Academy of Sciences, ha individuato un virus g1 di tipo eurasiatico (Ea), con un recente genotipo 4 (G4), diventato "predominante nelle popolazioni suine dal 2016". Il nuovo ceppo sarebbe stato individuato nei suini di alcuni allevamente e in diversi lavoratori a stretto contatto coi maiali, a dimostrazione del passaggio dall'animale all'uomo. Ancora nessuna evidenza, però, della trasmissione da uomo a uomo, che lo renderebbe pericoloso e potenzialmente pandemico.

Il virus G4EA H1N1, come tutti i patogeni G4, è in grado di legarsi ai ricettori delle cellule umane, che gli permettono di replicarsi nel sistema respiratorio, provocando i tipici sintomi influenzali, che sono anche quelli sperimentati nel 2009 con l'influenza suina. I sintomi più comuni sono, infatti, febbre, tosse, mal di gola, naso che cola e, in alcuni casi, vomito e diarrea. Trattandosi di un'influenza che colpisce l'apparato respiratorio, anche le modalità di trasmissione del nuovo ceppo potrebbero essere le stesse dell'H1N1: le goccioline prodotte dalle persone infette con un colpo di tosse o uno starnuto si propagano, contagiando le persone vicine. È possibile anche che le goccioline si depositino sulle superfici circostanti, venendo poi in contatto con naso e bocca.

Nonostante il potenziale pandemico del nuovo virus suino e nonostante i precedenti preoccupanti dell'influenza A/H1N1, gli esperti ricordano che la sua diffusione è rara. "La probabilità che questa particolare variante causi una pandemia è bassa", ha detto a Science Martha Nelson, biologa evoluzionista. Ma non è possibile escludere del tutto l'origine di una pandemia.

Per questo, secondo il virologo Giorgio Palù, presidente delle società italiana ed europea di virologia "serve agire subito per trovare un vaccino o dei farmaci", per non trovarsi impreparati nel caso di una possibile emergenza sanitaria.

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