Politica estera

"Ragazza italiana arrestata in Iran": l'appello del padre su Facebook

Il padre della ragazza ha scritto su Fb che la figlia sarebbe stata arrestata in Iran mentre si accingeva a festeggiare il compleanno. L'ambasciata d'Italia a Teheran si è subito attivata per fare luce sulla vicenda

"Ragazza italiana arrestata in Iran": l'appello del padre su Facebook

Una ragazza italiana sarebbe stata arrestata in Iran mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno insieme ad alcuni suoi amici. La famiglia non avrebbe più avuto notizie della figlia dal 28 settembre. "Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. Arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto", ha scritto su Facebook Alberto Piperno, padre di Alessia Piperno, 28 anni, presumibilmente fermata dalle autorità iraniane.

L'appello del padre, l'arresto di Alessia

La storia è ancora parzialmente avvolta nella nebbia. Ad accendere i riflettori sulla vicenda è stato il padre di Alessia, appunto, che ha lanciato un appello sui social per denunciare quanto accaduto alla figlia. Al momento non ci sono altre conferme ufficiali. Il post è stato poi rimosso dall'account dell'uomo, dopo essere stato più volte condiviso da più profili.

"Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30 compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data", era l'inizio del messaggio scritto dal padre della ragazza. In quel post il genitore raccontava che la figlia è una "viaggiatrice solitaria" che gira il mondo "per conoscere usi e costumi dei popoli". "Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni paese che ha visitato", aveva scritto.

"Noi genitori, e il fratello David, non riusciamo a stare con le mani in mano. Non si può stare fermi quando un figlio ti dice vi prego, aiutatemi. Voglio che si sappia e che questa notizia raggiunga più persone possibili, magari arrivare a quella giusta che può aiutarci. Grazie", aveva quindi concluso Alberto, salvo poi, come detto, rimuovere il post.

Farnesina al lavoro

Il racconto è presto rimbalzato sul web. L'ambasciata d'Italia a Teheran si è subito attivata per verificare il presunto arresto di Alessia Piperno. Secondo quanto riportato dall'Adnkronos, che ha citato fonti della Farnesina, attualmente si stanno verificando le notizie dei nostri connazionali coinvolti nelle proteste in corso nel Paese.

Il padre di Alessia ha scritto di non sentire la figlia da quattro giorni, salvo poi ricevere una chiamata nella quale, piangendo, la ragazza avrebbe informato la famiglia di trovarsi in prigione nella capitale iraniana. La donna sarebbe stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno.

Piperno dice di aver ascoltato dalla figlia "solo poche parole, ma disperate. Chiedeva aiuto. Ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l'ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione".

Cosa succede in Iran

In Iran la tensione è sempre altissima. Stando ai dati diffusi dall'Ong Iran Human Rights, almeno 92 persone sarebbero state uccise in Iran in seguito alla repressione delle manifestazioni che sono scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, la ragazza curdo-iraniana di 22 anni deceduta il 16 settembre scorso a Teheran dopo che era stata arrestata dalla polizia perché non portava il velo in modo corretto.

Inoltre 41 persone, che non sono da ricollegare alle manifestazioni per la morte di Masha Amini ma che sarebbero da ricollegare alle proteste in seguito allo stupro di una ragazza di 15 anni da parte del capo della polizia di Chabahar, sarebbero state uccise dalle forze di sicurezza nella provincia di Zahedan, Sistan e Baluchistan il 30 settembre portando il bilancio complessivo delle vittime nelle ultime due settimane a 133 morti.

Nelle ultime ore le forze di sicurezza iraniane avrebbero circondato la sede dell'università Sharif a Teheran e starebbero sparando contro gli studenti. Lo ha scritto su Twitter l'emittente Iran International, secondo cui i mezzi della sicurezza iraniana si trovano all'interno del parcheggio dell'università per arrestare i manifestanti.

Dal canto suo, il presidente dell'Iran, Ebrahim Raisi, ha dichiarato che "il nemico sta cercando, attraverso un'ampia campagna mediatica, di deviare l'opinione pubblica", mentre "la morte di Mahsa Amini è oggetto di approfondite indagini".

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