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"La rivoluzione è partita": poi minaccia di far esplodere una bomba

Un uomo chiuso in macchina e vicino al Congresso Usa afferma di possedere una bomba. Ore di tensione negli States ma poi viene arrestato

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Ore di tensione attorno al Congresso degli Stati Uniti, dov'era stata diffusa la notizia di un allarme bomba. E le forze preposte sono intervenute con prontezza. L'uomo si è infatti arreso. Il suo nome è Flyd Rey Roseberry.

Poco dopo la diffusione dell'allarme, è arrivata la specificazione che si attendendeva: vicino a Capitol Hill un uomo sulla cinquantina, che aveva parcheggiato dinanzi alla Library of Congress, diceva di avere una bomba. Il sospettato era all'interno di un furgone nero, così come ripercorso dall'Adnkronos. E pare che l'attentatore abbia pure fatto vedere un detonatore a chi stava cercando d'intervenire. Nulla è esploso. E infine, dopo ore di trattativa serrata, il responsabile della tensione si è arreso, e la polizia ha tratto il cinquantenne in arresto.

Una vicenda - questa - che è avvenuta in una fase concitata per la storia americana (ma anche per quella occidentale), con quanto accaduto in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe Usa e delle altre nazioni. Afghanistan che - come ricordato nel discorso alla nazione del presidente Joe Biden - era divenuta la meta di un'operazione militare per via della lotta al terrorismo. Mentre scriviamo, non esistono tuttavia elementi che possano far pensare ad un collegamento tra quanto è accaudto attorno al Congresso ed un'azione terroristica correlata agli eventi afghani.

Quel che si sa, invece, è che il responsabile che si trova nel mezzo di trasporto è conosciuto dalle forze dell'ordine: pare sia già stato arrestato, nel corso della sua vita, una ventina di volte. Sempre secondo quanto ripercorso dalla fonte sopracitata, per il dialogo tra l'Fbi ed il sospettato sono stati utilizzati i vetri delle macchine ed i biglietti, come nelle classiche negoziazioni. Le notizie, comunque sia, erano frammentate. Il Congresso, nel frattempo, era stato evacuato.

Non solo il Congresso: secondo quanto sottolineato dalla Lapresse, pure la Corte Suprema è stata sottoposta ad un'evacuazione d'urgenza. Sono misure di sicurezza necessarie in circostanze come queste. Tutta l'area, del resto, è interessata dalla presenza di un grande quantitativo di poliziotti. Il sindaco di Washington, nel frattempo, aveva chiesto ai cittadini che amministra di non recarsi da quelle parti della città.

Ad un certo punto, come racconta l'Agi - è spuntato un video. Un filmato apparso pure sull'edizione americana dell'Huffington Post. Attraverso le immagini, è stato possibile ascoltare alcune affermazioni dell'uomo: "La rivoluzione è partita. É qui... Io sono pronto a morire per la causa", ha detto l'uomo. Per mezzo del filmato, è possibile ascoltare la persona che dice di avere una bomba mentre afferma che "Il sud è qui, ci sono cinque di noi sparsi in tutta la vostra piccola Dc". Il presunto attentatore, quindi, sarebbe stato pronto a morire. Ma ancora non si conosce la "causa" di cui parla nei suoi virgolettati.

Il capo della polizia ha rilasciato dichiarazioni a stretto giro, mentre la trattativa era in corso: "L'uomo al volante del mezzo sospetto ha detto al nostro agente che aveva una bomba a bordo. E abbiamo fatto evacuare subito la zona". L'uomo aveva pure inoltrato un messaggio a Biden: "Fate saltare i finestrini e la bomba esplode... - ha affermato, facendo vedere in video una scatola che potrebbe contenere la bomba o comunque materiale esplosivo - Se pensate che non sia reale, questa lo è. E questa è una delle m... più forti che tu possa trovare. Te lo dico, Biden, se questi finestrini saltano, la bomba esplode. Ce ne sono cinque qui", ha detto, così come riporta l'Agi. Comunque sia, il sospettato, dopo aver domandato di avere un'interlocuzione col presidente, ha deciso di consegnarsi ai negoziatori.

Sta emergendo il probabile materiale posseduto dall'uomo: qualcosa con il gas propano.

Adesso è in corso la fase di bonifica.

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