Russi avanzano a Severodonetsk, Kiev prepara controffensiva a Kherson

Secondo alcuni report, a Severodonetsk gli ucraini mantengono il controllo soltanto dell'impianto industriale Azot. Da Kiev la vicepremier Irina Vereshchuk avverte i civili di Kherson: "Andate via, a breve inizieremo controffensiva"

Russi avanzano a Severodonetsk, Kiev prepara controffensiva a Kherson

Si combatte in Ucraina e, ancora una volta, le attenzioni sono andate tutte sul Donbass. Kiev ieri ha azzardato una nuova data cardine per il conflitto, quella cioè del 26 giugno. Secondo il vice ministro degli esteri ucraino, Anna Malyar, entro quel giorno i russi vorranno conquistare l'intera regione di Lugansk. Dunque anche Severodonetsk.

Nella notte in effetti sono stati registrati nuovi pesanti scontri. La direttrice di attacco è la stessa degli ultimi giorni. Le truppe di Mosca stanno infatti avanzando dai quartieri orientali e centrali verso quelli occidentali della città. Così come, i russi stanno provando a raggiungere la strategica cittadina di Lysychansk, situata poco più a ovest.

C'è poi, sempre all'interno di Severodonetsk, la questione riguardante lo stabilimento chimico Azot. Qui sono presenti ancora almeno 500 civili, oltre che combattenti ucraini. Mosca anche negli ultimi giorni ha sostenuto l'esistenza di una trattativa per l'evacuazione dei civili e degli stessi soldati. Una situazione non così diversa da quella vista nello stabilimento Azovstal di Mariupol a maggio.

Proprio un mese fa come oggi gli ultimi combattenti ucraini nella città portuale lasciavano l'acciaieria. Chissà se questa notte sia gli ucraini che i russi hanno pensato a questa data. Ad ogni modo la battaglia urbana sta proseguendo, Mosca sta avanzando ma gli ucraini al momento sono riusciti complessivamente a tenere botta e a rallentare l'azione degli uomini del Cremlino. Il destino di Severodonetsk appare comunque segnato: alcuni report sia russi che ucraini, hanno segnalato la presenza delle forze di Kiev limitata unicamente all'area industriale e ad alcuni isolati dei quartieri occidentali.

Odessa e Kharkiv sempre più nel mirino

Ma in Ucraina si sta combattendo anche su altri fronti. A preoccupare maggiormente la popolazione lontana dal Donbass sono al momento i bombardamenti. Sono ripresi con molto vigore. Nella notte altre sirene di allerta sono state avvertite un po' in tutte le regioni, compresa l'area della capitale Kiev.

A Odessa ieri nel giro di poche ore sono arrivati 14 attacchi missilistici, nella notte nuovi allarmi sia in città che nella vicina Mykolaiv. L'allerta però ha riguardato soprattutto Kharkiv. La seconda città del Paese è stata letteralmente surclassata negli ultimi giorni. Diversi i raid che hanno interessato il suo centro urbano e la regione circostante.

Ieri gli ucraini hanno annunciato di essere in procinto di respingere ulteriormente indietro i russi e di cacciarli verso il confine. Un modo per mettere in sicurezza Kharkiv. Ma anche l'ultima notte è stata contrassegnata da allarmi aerei e dalla paura di nuovi raid e nuove incursioni da parte di Mosca. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo discorso serale pubblicato su Telegram, ha parlato della possibilità che i russi vogliano riaprire nuovamente la partita per Kharkiv.

Ad ogni modo, gli eventi delle ultime ore hanno ancora una volta testimoniato un contesto dove la guerra sembra essere definitivamente entrata in una fase cruciale. Una fase dove però, al contempo, entrambi gli eserciti faticano ad avanzare o a portare definitivamente a termine i propri obiettivi.

Kiev: "A breve controffensiva su Kherson"

Intanto nelle ultime ore sono state registrate novità relative a Kherson, la città ucraina occupata dal 2 marzo scorso dai russi. La vicepremier ucraina, Irina Vereshchuk, ha lanciato un appello ai civili affinché vadano via in vista di una controffensiva di Kiev.

"Per favore, andate via - si legge in una sua dichiarazione pubblicata su Ukrinform - perché il nostro esercito libererà senz'altro queste terre. La nostra volontà di farlo è incrollabile. E sarà molto, molto difficile aprire un corridoio umanitario quando ci sono dei bambini".

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