Cronache

Bimbo massacrato durante un esorcismo: l'incubo degli sciamani

Dopo la caduta del comunismo, in Russia si è verificato un vero e proprio risveglio di spiritualità, non sempre orientato verso la Chiesa ortodossa

Bimbo massacrato durante un esorcismo: l'incubo degli sciamani

La morte di un bambino di nove anni durante un esorcismo praticatogli dai genitori ha fatto emergere, in Russia, particolari raccapriccianti sulla galassia di sette, sedicenti guaritori e sciamani attivi nel Paese. Il bimbo in questione si chiamava David Kazantsev ed è deceduto a Ekaterinburg nel 2019 per le “frustate” che i genitori gli avevano inflitto, dopo averlo imbavagliato, per “liberarlo dal demonio”. In seguito alla morte del bimbo, avvenuta tra le urla di dolore del piccolo a causa delle scudisciate nonché per soffocamento, gli stessi genitori avevano pregato per giorni accanto al suo cadavere, sicuri della sua “resurrezione”, salvo poi, a fronte del mancato miracolo, seppellire la salma in un bosco. I familiari della vittima, condannati a febbraio al ricovero psichiatrico coatto, erano membri della setta dei “Discepoli di Gesù Cristo”, ma, su impulso dello shock causato dalla vicenda di Kazantsev, in Russia si sta indagando sulla galassia di confraternite, guaritori e pratiche esoteriche che si sono moltiplicati nel gigante slavo dopo il crollo del comunismo.

Tra i tanti casi di esorcismi brutali, vere e proprie torture, finiti ultimamente al centro dell’attenzione mediatica dopo la tragedia del bimbo di Ekaterinburg e dopo l’incriminazione dei suoi genitori vi è quello praticato dal religioso Ilia Semiletov su una bambina di due anni. Nel dicembre 2018, tale prete ortodosso aveva infatti “battezzato a forza” quella minorenne, spingendole con violenza la testa nell’acqua del catino, allo scopo di liberare la malcapitata dalla possessione diabolica. Semiletov aveva deciso di compiere il rito incriminato poiché convinto che lui dovesse “spezzare il corpo” della piccola, dato che “Satana albergava nel corpo dei bambini”.

Un altro rituale-tortura portato all’attenzione mediatica dopo la morte di David Kazantsev riguarda la 59enne “sciamana” So Dyavor, incriminata dopo avere praticato, nell’est del Paese, un esorcismo caratterizzato da “pugni e calci” su un bambino di 4 anni affetto da polmonite. Secondo la guaritrice, il bimbo andava salvato non dall’infezione polmonare, bensì “dal maligno che dimorava in lui”. A Voronež, al confine con l’Ucraina, dei genitori hanno invece ucciso la loro figlia 26enne, ritenuta posseduta dal diavolo, costringendola a “bere cinque litri di acqua santa”, per poi “sfondarle l’intestino” saltandole addosso.

Esorcismi scellerati non sono stati messi in atto in questi anni in Russia solamente da uomini e donne di età avanzata cresciuti nel sospetto e nella superstizione, ma anche da giovani appassionati di social network, come il caso della 31enne Maya Mayer. Questa, popolare acconciatrice ed estetista, è finita infatti alla sbarra per avere cercato di "liberare dal demonio” suo figlio di 12 anni seguendo un rituale in cui lei lo “picchiava con una mazza da hockey”.

Una spiegazione sul proliferare di tali rituali impazziti spacciati per esorcismi ha evidenziato che in Russia, dopo settant’anni di ateismo di Stato, c’è stato un vero e proprio risveglio di spiritualità.

La ricerca di senso e di assoluto, però, non si è sempre rivolta verso i riti ufficiali della Chiesa ortodossa, orientandosi spesso verso liturgie “alternative” e verso le antiche pratiche tribali e sciamaniche tipiche della civiltà contadina e rurale.

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