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La Russia blocca Linkedin: viola la legge sui dati personali

Linkedin chiuso in Russia perché viola la nuova legge sul trattamento dei dati personali, che obbliga ad archiviare i dati degli utenti russi nei server situati all'interno del territorio nazionale. Il Cremlino: non è "censura"

La Russia blocca Linkedin: viola la legge sui dati personali

Linkedin perderà più di cinque milioni di utenti russi. Ad annunciarlo, giovedì, è stata l'agenzia federale russa per la supervisione delle comunicazioni, Roskomnadzor, che ha disposto, nel giro di 24 ore, il blocco degli accessi al social, dando seguito alla sentenza con cui, lo scorso 10 novembre, il tribunale statale di Mosca aveva rigettato l’appello del social network contro la chiusura del proprio sito web nel territorio della Federazione Russa.

Al centro della battaglia legale tra il governo russo e il social network dedicato al mondo del lavoro con circa 400 milioni di utenti nel mondo, c'è il processo di elaborazione e archiviazione dei dati personali dei cittadini russi, che, secondo una legge entrata in vigore nel settembre del 2015, possono essere conservati e processati dalle compagnie estere e locali, soltanto nei server situati all’interno dei confini nazionali. Al contrario di altre compagnie, Linkedin non ha, infatti, avviato le procedure necessarie per mettersi in regola. Per questo giovedì, Roskomnadzor ha fatto sapere di aver inviato una richiesta ai provider internet perché blocchino il sito web in Russia. Il portavoce dell’organismo di controllo russo per le comunicazioni, Vadim Ampelonsky, citato dalla Tass, ha fatto sapere che Roskomnadzor ha chiesto per due volte al social network delucidazioni sullo stato dell’implementazione della richiesta di trasferimento dei dati degli utenti russi nei server che si trovano all’interno dei confini nazionali, senza però ottenere risposte. Il social network fondato da Reid Hoffman nel dicembre del 2002, e acquistato nel giugno del 2016 da Microsoft, si è difeso affermando che la competenza per il trattamento dei dati al di fuori dagli Stati Uniti, è di Linkedin Ireland, e non della Linkedin Corporation, chiamata in causa da Rozkomnadzor.

Gli amministratori americani di Linkedin, intanto, hanno chiesto un incontro a Roskomnadzor, che potrebbe tenersi entro un paio di settimane. "Restiamo interessati a incontrare Roskomnadzor per discutere la loro richiesta di localizzazione delle informazioni", ha fatto sapere, infatti, la portavoce del social network statunitense, Anoek Eckhardt. E se alcuni analisti citati dal New York Times, hanno visto nella chiusura del social network, un “avvertimento” per le altre compagnie più importanti, come Facebook e Twitter, il Cremlino è intervenuto chiarendo che la decisione non ha a che fare con la “censura” e il “controllo di internet”. Quella dell'agenzia federale russa per la supervisione delle comunicazioni, sulla chiusura del sito web Linkedin è una decisione “legale”, ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitrj Peskov. Non c’è da preoccuparsi per una eventuale censura di internet in Russia, ha aggiunto il portavoce di Putin.

Rostelcom ha comunicato poco fa il blocco dell'accesso a Linkedin per gli utenti russi, mentre altri due provider, MTS e Vimpelcom, metteranno in pratica la decisione dell'agenzia federale per le comunicazioni nelle prossime ore.

Quello di Linkedin è il primo caso in cui un social network si scontra con la nuova legge che impone la conservazione dei dati personali dei cittadini della Federazione Russa, all’interno dei confini del territorio nazionale.

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