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Russia, in rotta verso l'Artico la rompighiaccio più grande del mondo

Le rompighiaccio della Russia riflettono le significative ambizioni di Mosca nell’Artico

Russia, in rotta verso l'Artico la rompighiaccio più grande del mondo

La rompighiaccio universale a propulsione nucleare Arktika è in rotta verso Murmansk. Durante il suo viaggio di due settimane, la capofila del Progetto 22220 sarà testata in condizioni operative nell’Artico. La creazione di una moderna flotta rompighiaccio a propulsione nucleare, in grado di fornire una navigazione regolare e sicura attraverso le acque del Mare del Nord, è un obiettivo strategico per la Russia.

L’importanza dell’Artico

Il fondo marino dell'Artico dovrebbe custodire il 15% del petrolio rimanente del mondo, fino al 30% dei suoi giacimenti di gas naturale e circa il 20% del suo gas naturale liquefatto. A causa del fenomeno dell’amplificazione artica, la regione si surriscalda in tempi molto più brevi rispetto a quanto avviene in qualsiasi altra parte del globo. La scomparsa del ghiaccio marino è stimata al 2030, con rotte del Mare del Nord che diverranno percorribili per nove mesi all’anno. Ciò si traduce in una riduzione del tempo di viaggio, pari al 60%, tra Europa ed Asia orientale rispetto a quelle attuali attraverso Panama ed il Canale di Suez. Dal dicembre del 2012, Mosca ha avviato un’attività sistematica volta a rafforzare la propria presenza militare nella regione. Qualsiasi scenario strategico del futuro riguarderà l’Artico, principale settore strategico aerospaziale, dal momento che è anche il percorso di volo più breve tra Stati Uniti e Russia. La militarizzazione dell’Artico, con la costruzione di nuove basi o il riutilizzo dei vecchi impianti sovietici, rimarrà una delle priorità della leadership russa nei prossimi anni, mentre il riscaldamento della calotta polare rivelerà grandi risorse naturali non ancora sfruttate.

Russia, rompighiaccio universale a propulsione nucleare Progetto 22220

La Arktika, capofila della classe LK-60YA/ ЛК-60Я Progetto 22220, è la rompighiaccio a propulsione nucleare più potente al mondo attualmente in servizio. Lunga 173,3 metri, larga 34 metri e con un dislocamento di 33540 tonnellate (ottomila più pesante delle Progetto 10520 con Yamal e 50 Let Pobedy ancora in servizio), l’Arktika può spezzare lastre di ghiaccio spesse tre metri. Come molti rompighiaccio, la classe Arktika presenta un design a doppio scafo. E’ opinione abbastanza diffusa credere che le rompighiaccio spezzino il ghiaccio utilizzando la forza bruta. In realtà bisognerebbe osservare la prua. A differenza del disegno classico (stretta ed appuntita), la prua delle rompighiaccio presenta una soluzione meno idrodinamica (quindi meno affilata). Unità come l’Arktika, ad esempio, spezzano il ghiaccio grazie al loro peso. E’ proprio il disegno della prua a garantire all’Arktika di scivolare sul ghiaccio prima di frantumarlo dall’alto. Un sistema di getti di vapore ad alta temperatura, infine, indebolisce il ghiaccio rendendo più prevedibile il punto di rottura. L’architettura propulsiva è strutturata su due reattori ad acqua pressurizzata RITM-200 (due volte più leggeri e compatti dei precedenti, ecco perchè i russi parlano di "rompighiaccio economiche") da 175 megawatt che alimentano tre motori elettrici (uno dei quali fuori servizio a causa di un guasto avvenuto lo scorso febbraio), ciascuno azionante una singola elica. La velocità massima è di venti nodi. La portata, praticamente illimitata, è ostacolata solo dalle necessità dell'equipaggio. Dalla Rosatom State Atomiс Energy Corporation stimano un ciclo vitale di quarant’anni.
La nuova flotta classe LK-60YA Progetto 22220, dovrebbe essere formata da cinque rompighiaccio. La seconda unità, la Ural, dovrebbe entrare in servizio entro il prossimo anno. La Sibir è stata varata all'inizio dell'anno e dovrebbe essere consegnata nel 2022. Per la Yakutia, quarta rompighiaccio Progetto 22220, risultano già in produzione i reattori RITM-200. L’ultima rompighiaccio a propulsione nucleare della nuova classe Arktika, infine, dovrebbe essere la Chukotka. Tuttavia i 127 miliardi di rubli stornati per costruire la prima rompighiaccio della classe Leader, potrebbero avere ripercussioni sulla classe Arktika e costringere a chiudere la linea a quattro unità sulle cinque inizialmente previste.

Il viaggio dell’Arktika

Poche ore fa l’Arktika ha lasciato il cantiere navale baltico di San Pietroburgo per fare rotta verso Murmansk. Nel suo viaggio di due settimane, la rompighiaccio navigherà nell’Artico, a nord della Terra di Francesco Giuseppe (la Terra di Alessandra ospita un importante avamposto militare russo) prima di virare a sud e raggiungere Murmansk.

Le super rompighiaccio

127 miliardi di rubli, oltre un miliardo e mezzo di euro al cambio attuale. Questi i costi della capofila della nuova classe LK-100YA Progetto 10510 Leader della società statale Rosatom. La consegna della nuova super rompighiaccio è prevista per il 2027 con una flotta (stimata) composta da tre unità. Propulsa da due reattori RITM-400 da 315 MW collegate a quattro eliche, la Leader sarà in grado di spezzare lastre di ghiaccio spesse 4,3 metri. La super rompighiaccio classe LK-100YA Progetto 10510 sarà lunga 209 metri, larga 47 e sposterà oltre 50 mila tonnellate. Sarà l’economia russa a decretare il successo ed il destino della classe LK-100YA.

Stati Uniti, il gap nella regione artica

La disparità tra le dimensioni delle flotte rompighiaccio del Cremlino e della Guardia Costiera è diventato un problema per il governo degli Stati Uniti negli ultimi anni, soprattutto perché la concorrenza geopolitica nella regione artica è destinata ad aumentatare drasticamente. Le uniche due rompighiaccio operative degli Stati Uniti, la USCGC Healy e la USCGC Polar Star, sono gestite dalla Guardia Costiera. La Polar Star entrata in servizio per la prima volta negli anni '70. La sua nave gemella, la Polar Sea, risulta inattiva dal 2010 e serve principalmente come fonte di pezzi di ricambio. La USCGC Healy è attualmente fuori servizio dopo un incendio sviluppato a bordo il 18 agosto scorso durante un pattugliamento al largo delle coste dell'Alaska. La USCGC Healy si trova a Seattle per riparazioni. La perdita dell'Healy riflette il deterioramento delle risorse degli Stati Uniti per qualsiasi attività polare.

Risulta in produzione una nuova rompighiaccio a propulsione convenzionale da 22.000 tonnellate, quindi di dimensioni inferiori al Progetto 22220 russo. Per la prima Polar Security Cutter sono stati stanziati 746 milioni di dollari. La Guardia Costiera richiede una nuova flotta di (almeno) sei rompighiaccio: tre pesanti e tre medie. Trump vorrebbe portare a dieci la nuova flotta rompighiaccio degli Stati Uniti, ipotizzando anche il leasing delle rompighiaccio dagli alleati e dalle nazioni partner.

Per legge, le navi della Guardia Costiera statunitense devono essere costruite in patria, a meno che non vi sia un ordine presidenziale che autorizzi un impegno di spesa fuori dai confini nazionali. Anche quando entreranno in servizio, le tre nuove rompighiaccio statunitensi non riusciranno a colmare il divario con la Russia. Il gap tra Russia e Stati Uniti è stimato in almeno dieci anni a causa della miopia delle precedenti amministrazioni che hanno concentrato le principali risorse verso il Medio Oriente. Negli ultimi trent’anni, infatti, Mosca ha semplicemente investito maggiori risorse finanziarie nella regione rispetto a qualsiasi altra nazione. Mosca dispone attualmente di una flotta di 40 rompighiaccio in servizio attivo. Il Cremlino prevede di costruire tredici rompighiaccio pesanti, nove dei quali a propulsione nucleare. Le rompighiaccio leggere e medie di Mosca sono utilizzate principalmente per mantenere le rotte commerciali verso i porti settentrionali come Arkhangelsk.

In virtù di tali dati è, quindi, corretto affermare che la flotta rompighiaccio russa è in grado di creare, incontrastata, nuove rotte commerciali nella regione artica. La nuova posizione della Russia nell'Artico, infatti, si discosta dal modello sovietico, basato sulla nuda supremazia militare, ma senza alcun valore economico/commerciale. In quest’ottica si collocano le rompighiaccio armate, come le corvette polivalenti Progetto 23550 della classe Ice specificatamente progettate per svolgere pattugliamenti artici e le centrali nucleari galleggianti del Progetto 20870.

Le rompighiaccio cinesi

Pechino gestisce due rompighiaccio: la MV Xuelong, costruita in un cantiere navale ucraino ed aggiornata due volte dalla Cina e la Xuelong 2. Quest'ultima è stata interamente costruita in patria. La Polar Silk Road, parte della più ampia strategia Belt and Road cinese, richiederà ulteriori rompighiaccio.

Russia, Academik Lomonosov Progetto 20870

Lunga 144.4 metri e larga trenta, la Akademik Lomonosov del Progetto 20870 è la prima unità mobile a bassa potenza della Russia progettata come centrale termica nucleare galleggiante da produrre in serie. Ogni unità trasporterà due reattori ad acqua pressurizzata: un KLT-40S (derivato dello standard KLT-40) ed un KLT-40M. Quest’ultimo alimenta le rompighiaccio russe a propulsione nucleare classe Taymyr. La centrale nucleare sarà in grado di generare fino a 70 MW di energia elettrica e 50 Gcal / h di energia termica durante il suo normale funzionamento. La Akademik Lomonosov è la prima unità mobile trasportabile a bassa potenza al mondo, progettata per le operazioni nelle aree dell’Estremo Nord ed Oriente russo. La classe Lomonosov dovrebbe essere formata da sette unità: una destinata a Pevek, una a Dudinka sulla penisola del Taymyr o Vilyuchinsk sulla penisola della Kamchatka e cinque a supporto delle attività off-shore della Gazprom nella regione artica e nell’area circostante. Qualora dovesse rivelarsi un successo, il Progetto 20870 potrebbe essere esportato. Secondo la Rosatom, Cina, Indonesia, Malesia, Algeria, Namibia, Capo Verde ed Argentina avrebbero espresso interesse per le centrali nucleari galleggianti. L’energia nucleare annulla il preposizionamento di grandi quantità di carbone, petrolio o gas naturale, necessario per sostenere centrali elettriche alimentate a combustibili fossili. Il Progetto 20870 potrebbe contribuire a fornire l’energia necessaria per basi permanenti o temporanee in aree remote o sulla superficie dell’acqua per periodi prolungati. Da rilevare che il Cremlino continua a sviluppare e schierare piccole centrali nucleari sottomarine a supporto della griglia di sensori nella regione artica. Mosca sostiene che la classe Lomonosov sia a prova di disastri naturali e incidenti, tuttavia i dubbi riguardano la capacità dell’economia russa nel garantire la manutenzione ordinaria necessaria per mantenerla sicura. E’ comunque innegabile che le centrali nucleari galleggianti potrebbero avere vaste applicazioni nelle aree costiere specialmente per le forze armate.

Una centrale elettrica ad alta capacità, ma relativamente mobile potrebbe senza dubbio garantire l’energia necessaria per alimentare tutti i sistemi d’arma presenti e futuri della Russia.

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