Salgono i toni della campagna repubblicana negli Usa: "Rifugiati come cani"

Trump immagina un database per schedare i musulmani mentre Carson paragona i rifugiati a cani arrabbiati

Salgono i toni della campagna repubblicana negli Usa: "Rifugiati come cani"

Gli attacchi di Parigi hanno avuto Oltreoceano l'effetto politico di mobilitare i repubblicani contro il piano di Barack Obama di accogliere 10mila rifugiati siriani e, conseguentemente, di far crescere la retorica anti-islam nei discorsi dei due candidati per la nomination repubblicana, Donald Trump e Ben Carson, che confermano ancora una volta di voler parlare al ventre della base più estremista del partito per salire nei sondaggi.

Non a caso il 69% degli elettori repubblicani si oppone all'arrivo dei rifugiati e durante un comizio di Trump un sostenitore issava il cartello: "sfamate i nostri figli non 10mila profughi".

Parole incredibilmente offensive sono arrivate dal medico afroamericano che non ha esitato ha paragonare i rifugiati siriani a cani, alcuni dei quali "arrabbiati" e quindi da tenere lontani. "Se c'è un cane arrabbiato in libertà nel mio quartiere, non c'è nulla di buono da pensare, bisogna mettere i bambini al riparo - ha detto rispondendo ad una domanda sui rifugiati siriani - questo non significa che bisogna odiare tutti i cani, ma fate uno sforzo di immaginazione".

Da parte sua Trump parla delle misure che intende applicare arrivato alla Casa Bianca per evitare la radicalizzazione delle comunità islamiche, tra le quali la chiusura di moschee e la registrazione in un database di tutti i musulmani del Paese con la consegna di una carta di identità speciale.

Il miliardario è convinto che questo database "impedirà alle persone di entrare illegalmente nel paese", ha detto in un'intervista assicurando che "bisogna fare delle cose francamente erano inimmaginabili un anno fa".

Toni e contenuti degli attacchi sono stati condannati dalla comunità islamica e dai due membri musulmani del Congresso. "È inaccettabile che un candidato presidenziale descriva così un intero gruppo di persone", ha detto Andre Carson, uno dei due deputati islamici che ironia della sorte ha lo stesso cognome del candidato repubblicano.

Se Trump e Carson si distinguono per i toni delle loro dichiarazioni, anche gli altri candidati repubblicani non hanno esitato a questi giorni a suggerire un conflitto con l'islam, proprio ciò che che nel 2001, quando fu l'America ad essere colpita, il presidente repubblicano George Bush cercò sempre di evitare, sottolineando in molte occasioni che la religione islamica è una religione di pace che non può essere giudicata dall'azione di estremisti.

Marco Rubio non ha esitato a resuscitare il tema del conflitto fra civiltà per interpretare i fatti di Parigi. Non farlo, ha detto il senatore della Florida, sarebbe "come dire che non eravamo in guerra con i nazisti perché avevamo paura di offendere tedeschi che magari erano membri del partito ma non erano violenti".

E Ted Cruz e Jeb Bush hanno avanzato l'idea di accogliere solo i rifugiati siriani cristiani perché, ha argomentato il senatore del Texas, "non c'è il rischio che i cristiani commettano atti di terrorismo".

Una visione che è apparsa estrema allo stesso Speaker della Camera Paul Ryan che nella legge approvata ieri alla Camera, che prevede controlli severissimi da parte di Fbi ed intelligence prima di dare luce verde all'ingresso di ogni rifugiato, non ha voluto inserire il test religioso.

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