Perù, scontri tra polizia e detenuti: nove morti
30 Aprile 2020 - 09:37Il presidente peruviano Vizcarra ha reagito al montare delle proteste nelle carceri annunciando un provvedimento di clemenza per 3mila detenuti
In Perù si stanno contando le vittime del bagno di sangue verificatosi in un carcere di Lima al culmine di recenti scontri tra detenuti e polizia. I tafferugli sono andati in scena nel pieno di una protesta da parte dei prigionieri del medesimo penitenziario, iniziata lunedì e scatenata dalla diffusione dei contagi da coronavirus nella struttura incriminata. La vicenda si è consumata nell’istituto di pena di Miguel Castro Castro, ubicato nel popoloso distretto di San Juan de Lurigancho, dove il Covid è penetrato uccidendo finora due internati.
Proprio la morte di questi ultimi a causa del morbo ha spinto i detenuti di tale centro di reclusione a dare vita a feroci contestazioni contro il sovraffollamento del penitenziario e dirette a sollecitare le autorità a tutelare la popolazione carceraria contro il dilagare dell’infezione.
La struttura di Miguel Castro Castro, ha spiegato ieri la Bbc, ospita attualmente 5500 internati su una capienza massima di 2000 persone e ciò rende di conseguenza difficilissimo il rispetto, da parte di reclusi e secondini, delle distanze interpersonali di sicurezza.
Al culmine delle proteste scoppiate lunedì, i dirigenti della prigione hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, poiché i moti stavano sempre più assumendo l’aspetto di tentativi di un’“evasione di massa”.
L’arrivo degli agenti sul posto avrebbe quindi coinciso con l’esplosione delle violenze e con uno spargimento di sangue. L’emittente, citando i familiari degli internati morti negli scontri avvenuti a Miguel Castro Castro, espone a questo proposito la tesi secondo cui i poliziotti avrebbero aperto il fuoco contro gli ospiti del penitenziario che stavano allora protestando.
Il drammatico bilancio stilato a conclusione dei tafferugli conta, evidenzia il network britannico, nove morti e due feriti tra le file dei detenuti, mentre 60 secondini e cinque agenti delle forze dell’ordine peruviane hanno riportato traumi o lesioni.
Relativamente alle cause dei decessi dei prigionieri, i dirigenti del penitenziario di Lima non hanno confermato le accuse fatte dai parenti delle vittime circa il fatto che la polizia avrebbe sparato contro individui inermi.
I vertici amministrativi del centro di reclusione, denuncia l’organo di informazione d’Oltremanica, non hanno appunto chiarito ancora le circostanze che avrebbero determinato quelle nove morti, limitandosi a segnalare che i corpi degli internati deceduti sono stati prontamente trasferiti in camera mortuaria per degli accertamenti.
Protesta analoghe a quelle scatenatesi a Miguel Castro Castro nel pieno dell’emergenza Covid, rimarca la Bbc, stanno riguardando ultimamente un po’ tutti gli istituti di pena del Paese.
Ad esempio, specifica l’emittente, questo martedì è stata la struttura detentiva di Lurigancho, la più grande del Peù con oltre 10mila internati, a precipitare nel caos, con i prigionieri che hanno manifestato per ottenere dalle autorità migliori condizioni di vita e tutele per la loro salute.
Nel Paese, denuncia il network, sarebbero oltre 600 i reclusi colpiti dal coronavirus, di cui tredici morti, mentre i secondini malati sarebbero più di un centinaio.
Il presidente della Repubblica, Martín Vizcarra, ha reagito al montare della ribellione nei penitenziari annunciando un provvedimento di grazia, dettato da ragioni straordinarie, a beneficio di 3mila carcerati particolarmente esposti al rischio del contagio, così da attenuare il sovraffollamento delle strutture.
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