Se l'icona antirazzista della sinistra francese è un fan dei terroristi

Minacce contro politici e intellettuali e apologia dei terroristi islamici su Twitter: è bufera in Francia sul caso del giornalista e scrittore franco-algerino, Mehdi Meklat, icona anti razzista della sinistra francese, seguito pure dal presidente Hollande

Se l'icona antirazzista della sinistra francese è un fan dei terroristi

Sta facendo discutere da giorni in Francia, la vicenda di Mehdi Meklat, giornalista e scrittore franco-algerino, che, giovanissimo, è considerato dalla sinistra francese un’icona dell’antirazzismo e della tolleranza, definito dai media come “l’avanguardia della nuova generazione che viene dalle banlieu”.

Peccato che proprio sul profilo Twitter del giovane, seguito pure dal presidente della Repubblica, François Hollande, alcuni utenti abbiano scovato dei vecchi tweet, che di tollerante hanno ben poco. E che hanno sollevato un vero e proprio polverone sul ventiquattrenne scrittore, considerato il simbolo della Francia multiculturale. Dall’apologia delle gesta dei terroristi islamici, alle minacce di morte a Marine Le Pen: a partire dal 2012, con lo pseudonimo di Marcelin Deschamps, Meklat pubblicava giornalmente centinaia di tweet antisemiti, omofobi e misogini.

Il quotidiano francese Le Figaro ha riportato alcune delle frasi che, fino alla settimana scorsa si potevano leggere sul profilo Twitter di Meklat. Sì, perché nella notte tra sabato e domenica i tweet sono stati tutti cancellati, passando da oltre 50mila a 503. Gli screenshot degli utenti, però, sono rimasti. “Ti sgozzerò secondo il rito musulmano”, scriveva Meklat rivolgendosi alla leader del Front National, Marine Le Pen. Poi, le minacce a Charlie Hebdo e i tweet antisemiti: “Fate entrare Hitler per uccidere tutti gli ebrei”. E ancora, le frasi oscene scritte contro la moglie dell’ex premier Manuel Valls, le minacce al filosofo Alain Finkielkraut e alla giornalista Caroline Fourest, fino all’apologia del terrorismo islamico: “Trovo la frase ‘amo la morte come voi amate la vita’ di Mohamed Merah, di una bellezza sorprendente”. Mohamed Merah, per chi non lo rammentasse, è il terrorista franco-algerino legato ad Al Qaeda, responsabile della strage nella scuola ebraica di Tolosa nel 2012 e dell’assassinio di altri tre militari francesi. “Mi manca Bin Laden”, scriveva ancora Meklat nel 2013.

I tweet dell’icona dell'antirazzismo della sinistra francese, che nel marzo scorso in un’intervista pubblicata su Libération faceva la morale al ministro dell’Istruzione Laurence Rossignol, accusata di razzismo per aver pronunciato una frase sulla schiavitù del velo islamico per le donne musulmane, hanno suscitato indignazione da più parti. “Dalla sinistra laica”, scrive Le Figaro, “alla destra", anche estrema. La deputata del Front National, Marion Maréchal Le Pen, nipote di Marine, su Twitter si interroga polemica: “Elogio di Merah, minacce, omofobia, odio per la Francia e antisemitismo: perché i media lo proteggono?”. Nel frattempo, il sito Bondy Blog, partner di Libération, con cui Meklat lavorava come giornalista e la casa editrice Seuil, che ha pubblicato molti dei suoi scritti, si sono affrettati a prendere le distanze con dei comunicati. Pure François Busnel, del programma La Grand Librairie di France 5, che giovedì scorso aveva ospitato Meklat nel suo studio, si affretta a giustificarsi: “Se fossi stato a conoscenza dell’esistenza di questi tweet prima della trasmissione non lo avrei mai invitato”.

Intanto, il ventiquattrenne franco-algerino, che recentemente era apparso, ritratto assieme all’ex ministro della giustizia Christiane Taubira, sulla copertina del settimanale Les Inrockuptibles, si è difeso dicendo che si trattava di un “personaggio fittizio” e di

semplici “provocazioni”. Tweet “obsoleti”, insomma, si giustifica Meklat, che “non riflettono il suo pensiero”. Ma le scuse non sono bastate a togliere dall’imbarazzo media, politici ed intellettuali della sinistra d’Oltralpe.

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