Guerra in Ucraina

"Se possiamo noi...". I Paesi baltici fermano le importazioni di gas russo

Grazie a una progettualità iniziata anni fa, i Paesi baltici hanno fermato l'importazione di gas dalla Russia in risposta all'invasione ucraina

 "Se possiamo noi...". I Paesi baltici fermano le importazioni di gas russo

Quello delle forniture di materie prime energetiche dalla Russia è uno dei nodi più importanti che gli Stati europei si sono trovati a sciogliere dal momento dell'invasione russa in Ucraina. Il Paese di Vladimir Putin è il principale fornitore di gas europeo e l'esplosione delle tensioni in Ucraina, con conseguente applicazione delle sanzioni da parte della maggioranza delle democrazie europee, le ha di fatto messe davanti alla necessità di trovare delle soluzioni alternative ma anche di lanciare forti messaggi di condanna nei confronti di Vladimir Putin. Mentre l'Italia e altri Paesi lavorano alacremente per trovare altri fornitori, i Paesi baltici hanno già deciso di staccarsi dai condotti russi.

Dal 1 aprile, infatti, Lettonia, Estonia e Lituania si sono rese indipendenti dalle forniture russe. Un passaggio che è stato possibile grazie a politiche di diversificazione messe in atto dai governi baltici. "Anni fa il mio paese ha preso decisioni che ci consentono oggi di recidere facilmente i legami energetici con l'aggressore", ha dichiarato alla radio lettone Uldis Bariss, ceo di Conexus Baltic Grid. Bariss ha puoi aggiunto: "Se possiamo farlo, anche il resto d'Europa può farlo". I Paesi Baltici hanno potuto staccare uno degli ultimi cordoni con la Russia grazie a un programma che ha permesso negli anni di immagazzinare ampie scorte di gas sotterranee in Lettonia. Il presidente lituano Gitanas Nauseda su Twitter ha invitato anche il resto dell'Unione europea a seguire l'esempio dei Paesi baltici.

Il ministero dell'Energia della Lituania ha confermato tutto, ribadendo l'intenzione di raggiungere la "piena indipendenza energetica" dalla Russia in risposta al "ricatto energetico russo" e all'invasione dell'Ucraina. Dichiarazioni che trovano pieno riscontro nei dati dell'operatore del sistema di trasmissione del gas lituano Amber Grid, che mostra che il 2 aprile l'importazione di gas russo per i bisogni della Lituania attraverso l'interconnessione lituano-bielorussa era pari a zero megawatt (MWh).

"Siamo il primo paese dell'Ue tra i paesi fornitori di Gazprom a diventare indipendenti dalle forniture di gas russo, e questo è il risultato di un processo coerente di diversi anni di politiche energetiche e decisioni tempestive sulle infrastrutture", ha dichiarato il ministro dell'energia lituano Dainius Kreivys in un comunicato. Kreivys ha precisato che i bisogni di gas del Paese continuano a essere pienamente soddisfatti, anche se attraverso impianti di rigassificazione di gas naturale liquefatto che arrivano nella città portuale di Klaipeda. La Lituania ha avviato la struttura galleggiante all'inizio del 2015 per iniziare a ridurre gradualmente la sua dipendenza dalle importazioni di gas russo, secondo la Dpa.

A marzo, quindi, il parlamento lituano ha chiesto al governo di smettere di importare e consumare energia russa, in risposta all'invasione dell'Ucraina e delle costanti minacce energetiche del Cremlino.

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