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Sean Penn: "Ecco perché guardo i video dell'Isis"

L'attore punta il dito contro il politically correct della stampa americana. "Siamo cresciuti con gli orrori del Vietnam. Ora della guerra non ci mostrano nulla"

Sean Penn in un fotogramma dal suo ultimo film, The Gunman
Sean Penn in un fotogramma dal suo ultimo film, The Gunman

Un obbligo morale, una necessità. Ecco perché l'attore Sean Penn - lo ha spiegato in una intervista al quotidiano britannico The Telegraph - si sente in dovere di guardare i filmati diffusi dallo Stato islamico, per quanto violenti e disumani possano essere.

"Non vediamo abbastanza violenza 'vera'", ha spiegato al quotidiano, aggiungendo di non credere alla tesi di chi dice che i film d'azione o comunque quelli a maggior tasso di violenza abbiano anestetizzato il pubblico quando si trova di fronte a un orrore reale. "Chiunque sostiene che una simile vista non l'abbia fatto inorridire - dice - è se non altro intellettualmente disonesto".

La vera anestesia è per Sean Penn il fatto di non vedere gli orrori della guerra.

Una dimensione in cui i media statunitensi sono immersi già con la guerra in Iraq, mentre "crescendo, avevano ogni giorno sugli schermi televivi l'orrore del Vietnam".

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