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Usa, evitato lo shutdown dopo un accordo bipartisan

Nuovo shutdown negli Stati Uniti, per l'ostruzionismo del senatore repubblicano Rand Paul, contrario all'aumento della spesa pubblica. Poi la situazione si sblocca

Usa, evitato lo shutdown dopo un accordo bipartisan

Scongiurato l'ennesimo shutdown, con il blocco di tutti gli uffici federali negli Stati Uniti. Dopo uno stallo di alcune ore al Senato, con l'ostruzionismo da parte di un repubblicano che ha parlato per sei ore di fila, alla fine la legge di bilancio è passata, e la parola è passata alla Camera dei rappresentanti, che dopo poco ha acceso il semaforo verde, con 240 voti favorevoli e 186 contrari. Gran parte dei democratici ha votato contro il testo, nonostante fosse il frutto di un accordo bipartisan. Questo perché lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, non ha fornito loro l'assicurazione che verrà discussa una proposta di legge in tempi brevi per garantire le protezioni dei dreamers, i giovani immigrati protetti finora dal Daca abolito da Trump.

Il precedente shutdown, lo scorso 20 gennaio, era durato tre giorni. Stavolta invece è durato solo poche ore. Il blocco si è verificato non per colpa dei democratici, ma per l'ostruzionismo del senatore repubblicano (libertario) Rand Paul, che ha parlato per ore ritardando il voto in aula. Il testo, frutto di un accordo bipartisan, alla fine è passato con 71 voti favorevoli e 28 contrari.

Ma perché Rand Paul ha fatto ostruzionismo? Il motivo è semplice: il senatore del Kentucky, già candidato alle primarie per la Casa Bianca e molto amato dai Tea Party, era ed è contrario all'aumento del debito pubblico e della spesa.

Il presidente Donald Trump ha firmato la legge e subito dopo l'ha annunciato con un messaggio su Twitter: "Ho appena firmato la legge. I nostri militari saranno ora più forti di prima. Amiamo e abbiamo bisogno dei nostri militari e gli abbiamo dato di tutto e di più. Prima volta che accade in lungo tempo. Significa anche lavoro, lavoro, lavoro!".

Nell’accordo approvato da Camera e Senato, infatti, è previsto un aumento delle spese militari di 80 miliardi di dollari nel 2018 e di 85 l’anno dopo.

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