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Un attacco della Bielorussia: il timore di Zelensky

Continuano i combattimenti strada per strada a Severodonetsk, nella notte esplosioni anche a Odessa. Intanto Kiev parla apertamente di un possibile imminente attacco bielorusso

Un attacco della Bielorussia: il timore di Zelensky

Continuano gli scontri nel Donbass, regione dove i russi stanno provando a sfondare su più fronti e soprattutto nella regione di Severodonetsk. Ma nelle ultime ore a destare maggiore allarme a Kiev sono stati i segnati giunti dalla Bielorussia. Secondo l'intelligence ucraina, Minsk sarebbe pronta ad attaccare.

Ieri sera, poco prima della mezzanotte, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato una riunione di emergenza del consiglio di sicurezza ucraino. A confermarlo è stato, sull'emittente Ukraine24, il segretraio del consiglio di sicurezza, Oleksiy Danilov. Fino ad oggi la Bielorussia ha dato appoggio logistico alla Russia, permettendo il transito di mezzi e truppe dal proprio territorio. Adesso invece potrebbe propendere per un attacco diretto. Circostanza che potrebbe essere confermata nel prossimo vertice, previsto a giorni, tra il presidente bielorusso Alexandar Lukashenko e Vladimir Putin.

Si combatte a Severodonetsk

Ieri la notizia di un'azione condotta su almeno nove assi di avanzata nell'est dell'Ucraina, nella notte sono trapelate indiscrezioni circa nuovi combattimenti soprattutto lungo le linee più calde del fronte.

Sotto i riflettori al momento è soprattutto Severodonetsk, così come del resto da alcune settimane a questa parte. La città, secondo quanto riferito dall'esercito ucraino anche nelle ultime ore, sta ancora resistendo. I quartieri orientali e settentrionali sono in mano russa, mentre le forze di Kiev stanno provando ad arginare gli attacchi russi in quelli occidentali. Lì dove è presente la zona industriale e dove è ubicato lo stabilimento chimico Azot.

All'interno dell'impianto ci sarebbero ancora almeno 560 civili, così come reso noto nei giorni scorsi dal sindaco di Severodonetsk. Nessuno però è riuscito a uscire. Nella notte si è nuovamente parlato di corridoio umanitario, ma ancora una volta tra russi e ucraini sono partite accuse reciproche sulla mancanza di volontà concreta di evacuare i cittadini rimasti intrappolati.

L'unico dato obiettivo è che le vie di comunicazione sono quasi impraticabili. I ponti che collegano Severodonetsk con il resto della regione circostante sono stati distrutti e le strade sono, oltre che sotto il tiro dell'artiglieria, quasi del tutto danneggiate. Portare via civili, così come fare affluire rifornimenti dall'esterno, è molto difficile.

Ad ogni modo in città si sta continuando a combattere strada per strada. Al momento gli ucraini conservano il controllo della strategica cittadina di Lysychansk, posta nelle vicinanze di Severodonetsk. L'impressione è che la battaglia potrebbe andare avanti ancora per alcuni giorni, con i russi che appaiono in una posizione di netto vantaggio.

La situazione sugli altri fronti

I dolori per gli ucraini, che nel Donbass perderebbero tra i 100 e 150 uomini al giorno, arrivano anche da altre aree dell'est del Paese. Da Slovjansk in primis, città difesa dalla barriera naturale del fiume Seversky Donetsk. I russi stanno provando ad oltrepassare il grande corso d'acqua per portarsi, secondo i piani del Cremlino, a ridosso di Slovjansk e della vicina Kramatorsk. Quest'ultima è il capoluogo provvisorio dell'oblast di Donetsk e dunque rappresenta un obiettivo strategico e politico fondamentale per Mosca.

Nella notte poi sono arrivate notizie di altri bombardamenti su fronti diversi da quelli del Donbass.

Raid, in particolare, sono stati segnalati a Odessa e Mykolaiv, così come ancora una volta nella martoriata regione di Kharkiv. Sirene di allerte aeree sono poi state segnalate in altre regioni dell'Ucraina.

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