Guerra in Ucraina

"Siamo sotto tiro...": cosa rivelano gli audio intercettati dei militari russi

Alcune intercettazioni audio mostrano la difficoltà dell'esercito russo di occupare anche una piccola cittadina non distante da Kiev: ecco le parole dei militari allo stremo

"Siamo sotto tiro...": cosa rivelano gli audio intercettati dei militari russi

I russi sono sempre più in difficoltà: non è un mistero e non lo scopriamo certo oggi. Ogni giorno che passa, però, si aggiunge un nuovo tassello agli errori strategici di Putin e di come il suo esercito, dopo un mese di conflitto, è sempre più sull'orlo di una crisi di nervi. Niente carburante e supporto aereo, i nuovi audio intercettati dal New York Times mostrano una situazione che peggiora ogni ora di più. Nel caso specifico, l'esercito russo parla relativamente ad alcuni obiettivi nel suo avanzare verso la città di Makariv, a pochi chilometri di distanza dalla capitale Kiev.

Il terrore negli audio

Il quotidiano americano è riuscito a registrare alcune conversazioni e montarle in un video di 9 minuti grazie alle reti radio non protette. "Abbiamo bisogno urgente di carburante, acqua, cibo, i mezzi sono bloccati per strada", si ascolta da voci impaurite. Con il passare delle ore, però, i piani dei russi non vanno come sperato in un primo momento. "La mia situazione è molto tesa, si avvicinano i carrarmati e non so di chi siano. C'è un drone sopra e l'area è sotto attacco da tutte le direzioni. Sono Buran. Passo". Un compagno che si trova in un'altra zona del fronte gli domanda "Puoi arrivare qui?". Ma la risposta è netta. "Non ce la faccio - risponde Buran quasi in lacrime - Le strade sono sott'attacco. Dove sono io è sott'attacco". E poi, l'aiuto dal cielo non è mai arrivato: nessuno aereo ha aiutato questa parte di esercito nell'occupazione della piccola cittadina. "Chiedi a Lampas supporto aereo", afferma Yug-95. "Non ci riesco. Passo", ribatte Buran. "Ho capito, ho capito, continua a provarci. Passo". "I ragazzi sono in sofferenza".

Il consiglio dell'hacker

Le intercettazioni continuano con tutta la sofferenza di quei minuti concitati. Alla fine, nessun aereo o elicottero arriverà a rifornirli. Un altro soldato, nome in codice Sirena-03, chiede aiuto per carburante, acqua e rifornimenti di cibo. Mentre Buran cerca una via d'uscita per la ritirata, l'hacker che nel frattempo stava ascoltando tutto, si intromette beffardo nel canale radio così da poter dire la sua. "Buran, torna a casa. Meglio essere disertore che fertilizzante". Gli investigatori audiovisivi hanno collaborato con operatori radioamatori e gruppi open source per ottenere le trasmissioni radio. «Le registrazioni rivelano un esercito alle prese con problemi logistici e fallimenti di comunicazione" ha spiegato il New York Times.

L'autogol dei russi

Ma com'è possibile che in guerra, con i potenti mezzi tecnologici odieri, i russi si siano fatti scappare in questo modo conversazioni private? Lo spiega un esperto a Repubblica: "Perché il sistema sicuro di crittografia 'Era' su cui si poggiavano non funziona più dopo che gli stessi russi hanno distrutto molti ripetitori 3G e 4G. Ancora oggi i generali comunicano con cellulari non protetti".

Per questo motivo, chi possiede un normalissimo apparecchio radio ricevente è in grado di ascoltare, registrare e intromettersi come ha fatto l'hacker.

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