Gli archeologi in Siberia si imbattono nella tomba dello scheletro danzante. Dagli scavi nel villaggio di Ust-Ivanovka, nell’estremo oriente della Russia, nella regione dell’Amur, a pochi chilometri dal confine con la Cina, è venuta alla luce l’ultima dimora di un guerriero, con ogni probabilità tunguso, il cui corpo, all’apertura della tomba, s’è mostrato allo sguardo dei ricercatori, in maniera a dir poco inconsueta.
Il corpo, infatti, riposava in una posizione a dir poco inedita: coricato sulle spalle, sia le gambe che le braccia erano incrociate, le ginocchia però erano distanziate fra di loro. Ciò dava allo scheletro un’immagine strana, come se fosse impegnato in una macabra danza. Ma la realtà (e la fine) del giovane guerriero dissepolto in Siberia, potrebbe essere ben più inquietante.
Come riporta Siberian Times, infatti, per gli studiosi responsabili dello scavo, quell’uomo potrebbe essere andato incontro a un destino crudelissimo. La posizione in cui è stato ritrovato non è compatibile con nessun rito funebre delle tribù e dei popoli che nella storia si sono succeduti su quei territori. Perciò l'idea è che lo scheletro "ballerino" potrebbe essere stato seppellito con gli arti strettamente legati.
Quelle ossa apparterebbero probabilmente a un guerriero dell'antica popolazione tungusa dei Mohe, poco meno di trent’anni, alto 154 centimetri, ucciso forse a colpi di frecce all’epoca dell’Alto Medioevo. Quei resti risalgono ad almeno milletrecento anni fa.
C’è però anche un’altra ipotesi sullo strano scheletro ribattezzato “Mikhail” dagli studiosi. In vita, quell’uomo potrebbe aver patito una deformazione alle gambe a causa di qualche malattia, come la sifilide o la tubercolosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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