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Simpatizzanti dello Stato islamico: "Cani italiani, cosa ci fate in Iraq?"

I simpatizzanti dello Stato islamico hanno attenzionato l’Italia due volte nelle ultime 24 ore

Simpatizzanti dello Stato islamico: "Cani italiani, cosa ci fate in Iraq?"

“Cani italiani, che cosa ci fate in Iraq”. Quraysh Media, sigla simpatizzante dello Stato islamico, continua ad attenzionare l’Italia con un artwork diffuso su Telegram. Non si tratta di una minaccia ufficiale dello Stato islamico poiché parliamo sempre di una produzione pro-Is, Isis-linked group o Isis-aligned group. Questa è una distinzione fondamentale anche se purtroppo non sempre è stata rilevata, ad esclusivo vantaggio della propaganda jihadista.

Terrorismo, analizzare un artwork

Ecco come procederemo

Come di consueto procederemo isolando gli oggetti inseriti dall'autore per poi basare la nostra ricerca sui dati predefiniti che avremo estratto dalla foto originale. Da anni il nostro fine è quello di screditare la jihad mediatica, smontando vignette ed artwork (oltre cento quelle analizzate) e degradare l'impatto emotivo spiegando il lavoro eseguito. Questa non è una guerra informatica, ma di contenuti. La sfera di influenza della strategia del terrorismo è nel campo psicologico. Questa è la nostra contro propaganda.

Il ruolo dei simpatizzanti

I simpatizzanti sono divenuti essenziali per la sopravvivenza dell'organizzazione terroristica sulla rete. Per alimentare quella falsa idea di insurrezione jihadista globale, lo Stato islamico non può più fare a meno dei suoi simpatizzanti e delle loro reti di diffusione non attenzionate dalle autorità. L'efficacia dei simpatizzanti, nonostante siano stati consacrati a mujaeddin dallo stesso al-Baghdadi, sarà sempre marginale. Senza un'azione fisica di supporto nel mondo reale che possa dare credibilità alle loro minacce, il ruolo dei simpatizzanti è destinato a rimanere irrilevante. Fino ad oggi non vi è alcun collegamento tra i media operative del nucleo centrale dell’organizzazione terroristica ed i simpatizzanti. E' il solo messaggio dello Stato islamico tramite i suoi canali Idra (al-Naba, Islamic State ed Amaq del Central Media Diwan) ad avere l'autorità necessaria per innescare i distaccamenti o consacrare le loro operazioni per attacchi pianificati e su larga scala. I simpatizzanti continueranno ad invocare un qualsiasi evento che possa essere ricollegato al terrorismo islamico e rivendicato dall'organizzazione terroristica.

Sigla pro-Is Quraysh Media

L’artwork in cui si minaccia l’Italia è stato diffuso su Telegram dalla sigla pro-Is Quraysh Media. I simpatizzanti di Quraysh Media hanno attenzionato due volte l’Italia nelle ultime 24 ore. Non si tratta di una minaccia ufficiale, ma di una produzione pro-Is, Isis-linked group o Isis-aligned. Questa distinzione è fondamentale. Purtroppo non sempre è stata rilevata, ad esclusivo vantaggio della propaganda jihadista. Non vi è alcun collegamento tra i media operative del nucleo centrale dell’organizzazione terroristica ed i simpatizzanti dei gruppi pro-Is. I simpatizzanti non possiedono autorità, quindi non possono ordinare attacchi. La leadership jihadista si è sempre basata su un nutrito numero self-starters e fanatici opportunisti che traggono ispirazione prevalentemente dalle guide disponibili sulla rete. Per lo Stato islamico, la gratuita cassa di risonanza della rete è essenziale sia per continuare ad attirare reclute che per preservare la lealtà dei seguaci.

Nell’artwork vediamo un Humvee avvolto dalle fiamme, probabilmente colpito da qualcosa. In alto a sinistra dell’artwork un volto pensieroso sembra osservare impotente la scena. La fronte dell’uomo è insaguinata. Nella sezione centrale un altro volto incorniciato grossolanamente dall’autore. Lo stesso volto dalle dimensioni ridotte è stato incollato una seconda volta all’interno di quello che sembrerebbe essere un mirino. Nella sezione destra dell’artwork, Quraysh Media ha incollato le macerie del mezzo colpito. Nella sezione centrale in basso, infine, troviamo il testo in inglese: “Cani italiani che cosa ci fate in Iraq”. L’autore che ha realizzato materialmente l’artwork ha proceduto ad inserire diversi elementi, modificandoli successivamente, per camuffare la foto originale. L’artwork nella sua interezza non è associato a nessun file presente sulla rete. I motori di ricerca da noi consultati non indentificano l'artwork nella sua interezza. Complessivamente l’artwork è di buona qualità, sebbene presenti diverse anomalie. Ricordiamo che la risonanza mediatica dipende anche dalla qualità dell'artwork per una lezione appresa nel tempo da terroristi e simpatizzanti. Una buona resa grafica conferisce credibilità e profondità strategica digitale a minacce e dichiarazioni. Alcune minacce rivolte contro il Vaticano, ad esempio, non furono prese in considerazione dai media occidentali poiché di bassissima qualità.

Decodificare l'artwork di Quraysh Media

Punti di riferimento: trovare la foto originale

Cerchiamo di isolare gli oggetti inseriti dal simpatizzante. Come punto di riferimento soffermiamoci sulla sezione anteriore dell’Humvee. Presenta numerosi dettagli che l’autore non ha occultato. Isolando questa sezione siamo riusciti ad identificare facilmente la foto originale che alleghiamo. E’ un foto ufficiale dell’Esercito degli Stati Uniti disponibile gratuitamente per il download. Una volta identificata la foto principale, rilevare gli oggetti inseriti dal simpatizzante diviene abbastanza semplice.

Soffermiamoci sulla torretta. Quraysh ce la mostra avvolta dalle fiamme e dal fumo. In realtà si tratta di una necessaria scelta estetica utilizzata dall’autore per coprire il soldato statunitense. Il nostro punto di riferimento è “l’arco” delle fiamme. Si tratta di un effetto grafico disponibile in diversi formati. Alcuni di questi sono disponibili sul sito www.nikcreations.com.

Spostiamoci alla destra dell’artwork. Soffermiamoci su quella torretta che ha letteralmente preso il volo. Alleniamo occhi e cervello. L’autore non ha fatto altro che tagliare la torretta dalla foto originale ed incollarla alla destra dell’artwork. Il nostro punto di riferimento è il logo sulla sezione sinistra della corazza, sotto la mitragliatrice. Per coprire le sezioni vuote, l’autore ha fatto nuovamente ricorso alle fiamme ed al fumo.

I due volti infine. Il volto a sinistra dell'artwork presenta un vistoso ematoma sulla fronte. Il volto è stato modificato più volte anche se probabilmente proviene dal mondo del cinema. Come abbiamo dimostrato in questi anni, i terroristi dello Stato islamico amano film e videogames. Il secondo volto al centro, invece, é di un prigioniero fotografato su al-Naba. Nel riquadro principale, il volto è stato inserito come se fosse lambito dalle fiamme, ma non è così. Anche quello é un effetto digitale.

Quraysh Media: il falso video dell'attentato contro gli italiani

Come è ormai noto, lo Stato islamico ha rivendicato un’operazione avvenuta domenica scorsa nei pressi di Kirkuk. Lo Stato islamico non ha mai utilizzato le parole "Italia" o "italiani", ma soltanto la frase "coalizione crociata" (lo ha fatto precedentemente anche al-Shabaab). La prima rivendicazione è avvenuta su Amaq, la CNN dello Stato islamico, alle 15,54 di ieri. Alle 16,16 il canale Islamic State, massima autorità mediatica dello Stato islamico, ha confermato l’operazione ed il diretto coinvolgimento dell’organizzazione terroristica senza mai utilizzare la parola Italia. I canali Idra dello Stato islamico agiscono come un’orchestra. Fin qui la copertura ufficiale. Alle 16,09 di ieri la sigla pro-Is Quraysh Media ha diffuso un video. Nella sequenza iniziale del video di Quraysh Media si legge: "Una clip ottenuta da Quraysh mostra l'evacuazione dei militari italiani morti a Kirkuk".

Quraysh vorrebbe fare credere di essere stata sul posto al momento dell’attentato. Nulla di più falso: quella clip, infatti, è stata rubata. Il filmato amatoriale era già stato pubblicato alle 8 di ieri mattina. Nel testo arabo, Quraysh parla di morti. Falso. Purtroppo il video di Quraysh ha riscosso un certo successo. Il video modificato da Quraysh con tanto di falso testo iniziale è stato condiviso da alcuni media. L’unico accorgimento realizzato è stato quello di rimuovere il logo della sigla pro-Is. Tuttavia sarebbe stato opportuno tradurre anche il testo arabo e rimuoverlo dal video.

L’utilizzo prudente della comunicazione e la comprensione costante della situazione, formano il nucleo della risposta psicologica al terrorismo. Il terrorismo è un’ideologia per una guerra di contenuti. Il nostro fine è quello di screditare la jihad mediatica di simpatizzanti e terroristi, confutando quell'illusorio piano di terrore e coordinamento globale.

Cosa accadrà adesso?

La copertura su Amaq non impone la presenza su Islamic State. Quest’ultimo è il sigillo supremo dello Stato islamico. Tuttavia il binomio Amaq/Islamic State garantisce copertura su al-Naba. L’attacco contro le truppe italiane, quindi, troverà copertura sul settimanale dello Stato islamico. Ricordiamo che al-Naba esce nella notte tra giovedì e venerdì di ogni settimana da quasi cinque anni. Considerando la finestra utile a disposizione (il numero è solitamente chiuso il mercoledì mattina), nel riportare notizia dell’attacco al-Naba potrebbe essere il primo canale ufficiale dello Stato islamico ad utilizzare la parola Italia o italiani.

I terroristi si confermano imprevedibili nella loro prevedibilità.

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