Undici profughi siriani in fuga dalla guerra civile sono stati uccisi dalle guardie di frontiera turche al confine fra la Siria e la Mezzaluna mentre scappavano dal villaggio di Khirbet al Jouz.
Secondo quanto si apprende dal sito siriano Orient News, vicino all'opposizione al governo di Damasco, il gruppo di migranti sarebbe stato freddato dai soldati di Ankara mentre tentava di attraversare la frontiera in circostanze ancora da chiarire. Fra i morti, però, ci sarebbero due donne e quattro bimbi.
Fonti turche spiegano che "la Turchia fornisce assistenza umanitaria agli sfollati nel nord della Siria e segue la politica della ‘porta aperta’, ammettendo profughi le cui vite sono in imminente pericolo". Tuttavia le stesse autorità aggiungono di non essere in grado di "verificare autonomamente le informazioni riguardanti gli spari."
Le proteste dell'Unicef
"Chiunque spara a dei bambini che tentano di fuggire dal terrore è un criminale - spiega Andrea Iacomini di Unicef Italia - come criminale è anche chi li costringe alla fuga dal loro Paese. Il mondo continua a tacere, l’Europa alza muri, la pace in Siria è lontana e nel frattempo le persone costrette a fuggire da questo paese sono 5,5 milioni, la cui metà sono proprio bambini che scappano da una guerra che non hanno certo voluto e che distrugge tutto, scuole, case, ospedali. Non si può rispondere con le armi alla disperazione".
"È un atto che, se confermato, non ha precedenti, insopportabile - conclude Iacomini - La Ue chieda spiegazioni urgenti.
Chi aspira a entrare in Europa non può macchiarsi di episodi del genere, va ribadito con forza in tutte le sedi".Dall'inizio dell'anno sarebbero almeno sessanta i siriani in fuga dalla guerra uccisi dalle guardie confinarie turche in prossimità della frontiera, secondo i dati dell'Osservatorio siriano per i diritti umani.
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