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Siria, dentro i tunnel sotterranei scavati dai ribelli

Nel sottosuolo siriano è in corso una vera e propria guerra segreta. Queste gallerie scavate nella profondità dai miliziani anti-governativi sono troppo complesse per essere state create in così pochi anni

Siria, dentro i tunnel sotterranei scavati dai ribelli

Intervistato dalla televisione nazionale francese Roland Dumas, ex ministro degli Affari Esteri, lasciò tutti quanti a bocca aperta quando raccontò un aneddoto sulla crisi siriana. Il funzionario dell’Eliseo parla di un viaggio a Londra nel 2009. Già allora - spiega Dumas – gli spin doctor inglesi parlavano della destabilizzazione del Paese, a tal punto che gli proposero, in quanto membro del governo, se volesse partecipare o meno all’operazione. Oltremanica sapevano che in loco alcuni gruppi di ribelli – probabilmente i terroristi di Jabhat Al Nusra, affiliato ad Al Qaeda - stavano preparando la rivolta contro il governo di Bashar Al Assad che poi scoppierà nel 2011 a Dera per poi diffondersi in altre città della Siria.

Le affermazioni dell’ex ministro francese in realtà coincidono con la strategia odierna dei tunnel sotterranei, i quali sono stati scoperti dai soldati dell’esercito nei quartieri periferici di Damasco e nei villaggi situati intorno ad Aleppo nell’arco di questi quattro anni e mezzo di guerra. In questi passaggi segreti, alcuni percorribili persino da veicoli, sono state trovate armi, esplosivi, giubbotti anti-proiettili, alimenti, medicine. Il più importante è stato trovato dai governativi nell’agosto scorso a Jobbar (area distante pochi chilometri dalla capitale): un tunnel lungo qualche chilometro, scavato a 17 metri di profondità, che collega il quartiere a piazza Abbassiyyin, dove c’è lo stadio, oggi divenuto un centro di comando militare. Un altro ancora è stato trovato a Madaya, un villaggio che si trova vicino ad Al Zabadani, l’ultima roccaforte jihadista nella regione montuosa del Qalamun. Senza parlare di quelli rintracciati ad Homs.

Questi tunnel sotterranei sembrano troppo complessi per essere stati scavati appena dopo l’inizio della lotta armata. Richiedono molto tempo, denaro, oltre che competenze di tipo ingegneristico. I generali dell’esercito siriano infatti hanno spiegato che la loro lavorazione risale a tanti anni fa e rientrano in una strategia precisa quanto raffinata. Il più delle volte vengono utilizzati per lo spostamento di truppe o per il transito di qualsiasi forma di rifornimento, dalle munizioni ai medicinali al cibo; ma servono anche ad aggirare le postazioni nemiche e programmare gli attentati nel cuore delle città controllate dai governativi. Ad esempio a maggio del 2014 i ribelli hanno fatto esplodere un cunicolo che collegava la periferia all’hotel Carlton di Aleppo, il quale fungeva da quartier generale dell’esercito siriano.

Per fa fronte a queste offensive sottoterra il governo di Damasco ha arruolato gruppi di geologi diventati specialisti del controspionaggio sotterraneo: identificano le zone a rischio, scovano le gallerie, indicano dove scavare per intercettare questi corridoi chilometrici. Una volta scoperti vengono fatti saltare in aria con gli esplosivi oppure si installano delle microcamere “esplosive” per sorvegliare gli spostamenti dei ribelli.

Altre volte invece si consumano dei veri e propri scontri di fuoco nel sottosuolo.

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