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Siria, jihadisti addestrati a pilotare i caccia

Gli istruttori sarebbero alcuni militari iracheni unitisi allo Stato islamico. Gli Usa: nessuna conferma

Siria, jihadisti addestrati a pilotare i caccia

Un nuovo allarme arriva dal fronte Isis. Alcuni piloti militari iracheni unitisi all'autoproclamato Stato islamico si troverebbero in Siria per addestrare gli jihadisti a pilotare, utilizzando tre caccia di cui si sono impossessati i miliziani. Ne parla l’Osservatorio siriano per i diritti umani che, citando testimoni, parla di tre caccia visti alzarsi in volo da un aeroporto militare nella provincia settentrionale di Aleppo. "Hanno addestratori, ufficiali iracheni che erano in precedenza erano piloti per Saddam Hussein", ha affermato Rami Abdulrahman, direttore dell’Ong basata a Londra. "La gente li ha visti, alzarsi in volo diverse volte dall’aeroporto" di Aleppo, caduto sotto il controllo degli jihadisti.

Gli Usa: non ci sono conferme

Gli Stati Uniti hanno fatto sapere di non essere a conoscenza di alcun volo pilotato dagli jihadisti "in Siria o altrove". Lo dichiara il portavoce del Centro di comando, il colonnello Patrick Ryder.

Il fronte di guerra in Iraq

I miliziani dello Stato islamico hanno lanciato un’offensiva su due fronti contro Ramadi, un centinaio di chilometri a ovest di Baghdad, capoluogo della provincia di Al Anbar, dove è stato proclamato il coprifuoco. Lo rendono noto fonti locali della sicurezza, precisando che combattimenti sono in corso e che i jihadisti hanno colpito con razzi e obici di mortaio il centro della città dove hanno sede il comando delle operazioni militari della provincia e il Palazzo di Giustizia.

L’Isis, intanto, continua ad assediare anche Ameriya, una quarantina di chilometri a ovest di Baghdad, nella stessa provincia di Al Anbar. Il sindaco della città, Shaker al Essawi, ha chiesto nuovi rinforzi e raid aerei contro i jihadisti, affermando che la caduta di Ameriya "potrebbe portare anche alla caduta di Karbala e Baghdad, o parti della capitale". Ieri il portavoce del Pentagono, John Kirby, aveva assicurato che "Baghdad non è più sotto la minaccia imminente dell’Isis", i cui miliziani erano arrivati nei giorni scorsi ad una decina di chilometri dall’aeroporto della capitale. Il primo ministro iracheno, Haidar al Abadi, ha ribadito che il governo "rifiuta l’intervento di forze di terra straniere", aggiungendo che i raid aerei della Coalizione internazionale guidata dagli Usa e le operazioni di terra dell’esercito iracheno sono sufficienti per fermare l’avanzata dello Stato islamico. Il premier ha aggiunto che le aree conquistate dai jihadisti nella provincia di Al

538em;">Anbar "possono essere liberate con la collaborazione della popolazione residente e dei clan tribali".

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